Napoli Morto Un Ragazzo – Grazie al pareggio di Udine, il Napoli è nuovamente campione, 33 anni dopo l’ultima volta. La città esplode in festa, ma il sangue macchia l’alba. Le statistiche indicano un’altra faccia della storia dei festeggiamenti: una persona ha perso la vita e oltre duecento persone sono andate in ospedale o al pronto soccorso a causa delle ferite riportate durante la notte. Vincenzo Cantone, 26 anni, questo il nome del morto.
Quando fu portato per la prima volta al Cardarelli, purtroppo morì per gli effetti delle ferite da arma da fuoco. Si ipotizza che abbia stretti legami con la famiglia D’Amico. La banda è in competizione da anni con i De Micco per chi riesce a governare il territorio. Il prefetto: questo incidente è estraneo ai festeggiamenti per lo scudetto. Su un prato verdeggiante, 850 chilometri più a nord dell’erba di casa, il Ciuccio entra in Paradiso “la sera ‘e maggio”,
ragliando con voce melodiosa. Mentre i tredicimila napoletani iscritti a Udine erano entusiasti di assistere alla notte indimenticabile, l’esplosione della festa azzurra è stata tremenda, quasi che il teatro fosse Fuorigrotta. Le restanti decine di migliaia sono rimaste lungo le sponde del Golfo di Posillipo, ma invece di radunarsi in un unico luogo, si sono sparpagliate dentro e intorno al San Paolo, dove hanno assistito alla partita su maxischermi e si sono divertite,
azione dopo azione , il piatto più succulento che il tifoso possa gustare lungo lo stivale. Per la prima volta da oltre una generazione, l’urlo intrappolato nella gola può fluttuare liberamente nell’aria. Il terzo gol della partita sancisce la vittoria della squadra di Spalletti, che porta con orgoglio lo scudetto tricolore. È stata una splendida serata primaverile friulana,
dove la fantasia si è concretizzata al triplice fischio di Abisso, ma il primo assalto di domenica contro la Salernitana era fallito, e il favore della Lazio si era spento mercoledì sera. A cinque giornate dal finale di campionato, alla capolista bastava solo un punto per garantirne l’inattaccabilità, premio arrivato puntuale al termine di una partita tra due squadre.
Pur avendo più palla nel primo tempo, l’Udinese segna per prima con un gol di Lovric al 13′. La ripresa è dominata dagli azzurri, che al 7′ pareggiano grazie al gol di Osimhen e tengono fino allo scadere del tempo. Entrambe le squadre segnano un punto a testa. Da ieri la data fatale è ora il 4 maggio, che va ad aggiungersi al 10 maggio e al 29 aprile,
altri due eventi storici firmati anche da Diego Armando Maradona. Anche se il Pibe de Oro non c’è più, la sua maglia è ancora la più indossata sugli spalti dell’ex Friuli. A differenza dei trionfi vissuti dai loro papà contro la Fiorentina nel 1987 e la Lazio nel 1990, i figli di quegli ultras di curva B ora vedono svolgersi la parte migliore della storia lontano dalla sicurezza del proprio stadio.
Le immagini del campionato 2023 riguarderanno la Dacia Arena, dove un uomo d’affari lungimirante e un visionario acuto di nome Giampaolo Pozzo ha creato il club più finanziariamente stabile d’Italia e il quarto miglior marchio del continente. Il donatore che ha finanziato la follia napoletana avrà sempre un posto speciale nel suo cuore per l’Udinese.
Aurelio De Laurentiis vinse infatti per la prima volta la Serie A il 2 settembre 2007, contro i bianconeri, tre anni dopo aver acquisito lo scudetto in un’asta fallimentare, fondando il Napoli Calcio, e iniziando la ripresa dai campi della Serie C, su cui El Pampa Sosa, giocatore molto conosciuto in Italia, si è fatto un nome vestendo la maglia azzurra del Napoli.
Dopo sedici anni nella massima serie, quattro secondi posti e altrettanti terzi posti, la vetta è finalmente stata raggiunta. Per stabilirsi nel suo ritrovato potere, Certaldo cercò l’aiuto del suo mago residente, Luciano Spalletti, che, per felice coincidenza, aveva ricevuto la sua formazione di inizio millennio nel cuore della città friulana. Al posto di Walter Mazzarri,
Rafa Benitez, Maurizio Sarri, Carlo Ancelotti e Ringhio Gattuso, la squadra ha ingaggiato il glabro Luciano, allenatore abile nel fondere ironia toscana e filosofia mediterranea nel suo stile tecnico. Mentre i suoi predecessori si affidavano a stelle come Higuain, Insigne, Milik e Mertens, la sua squadra è stata costruita da relativamente sconosciuti. Il suo nome è uno scioglilingua,
ma le sue giocate incantano quella sezione di tribuna dalla fede azzurra, e sarà ricordato come il campione del cecchino mascherato Viktor Osimhen, un nigeriano cresciuto lavando i vetri delle auto nel traffico di Lagos ed è ora capocannoniere del campionato. Mentre il Napoli segna, metà della folla festeggia con calma per loro,
ma poi impazzisce quando l’uomo con la maschera fa esplodere la rete. Da lì in poi, la melodia è ininterrotta, proprio come una giornata trascorsa a crogiolarsi sotto il sole glorioso della città. Sventolano alte le bandiere bianche, rosse e verdi in attesa dell’arrivo degli alpini a Udine tra dieci giorni per il raduno nazionale.
Non avreste previsto un altro giorno di tutto esaurito senza camere d’albergo disponibili nel raggio di venti chilometri. Ma c’è stata un’invasione dal sud e la storia ha un finale piacevole che possiamo tramandare alle generazioni future. La città di Napoli è nota per la sua canzone “na sera ‘e maggio”. Tragica morte di un ragazzo a Napoli.
Durante il caos dei festeggiamenti per il campionato, un uomo di 26 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Purtroppo oggi è venuto a mancare un giovane napoletano. Durante i frenetici festeggiamenti per lo scudetto, un ragazzo di 26 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
Il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli è stato vandalizzato dopo aver appreso la notizia della morte di Vincenzo Costanzo, 26 anni. Si ipotizza che il giovane che deceduto aveva legami con la famiglia D’Amico. La banda è in competizione da anni con i De Micco per chi riesce a governare il territorio.
