Genitori Giulio Regeni

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Genitori Giulio Regeni – Non vogliamo promesse, solo l’attuazione della verità e della giustizia. Non fare più promesse vuote. Troviamo ridicola questa retorica sulla “collaborazione egiziana”, che in realtà è inesistente. Lo hanno detto Claudio Regeni e Paola Deffendi, genitori di Giulio Regeni, in un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica alla vigilia del settimo anniversario dell’assassinio del figlio in Egitto. Durante tutti questi anni di lotta per la verità, cosa ha ferito di più? Il termine “interessi” dovrebbe essere sostituito con il termine “interesse quale reale attenzione alle persone” se “tutte le promesse non mantenute, l’ipocrisia, le strette di mano come mera esibizione.

la retorica di certi discorsi o comunicazioni, la netta prevalenza di interessi su la protezione dei diritti umani” continuano a essere problemi. I genitori di Giulio Regeni hanno aggiunto: “Non abbiamo incontrato nessun membro dell’attuale governo”. Successivamente, entrerò nello specifico della connessione tra l’Italia e l’Egitto. Per ribadire la nostra protesta, il governo italiano ha deciso di non fornire armi a paesi che violano i diritti umani, come l’Egitto. Purtroppo, non abbiamo mai ricevuto una risposta, quindi non abbiamo idea se sia stata condotta un’indagine approfondita. Una nazione democratica dovrebbe avere la capacità di prendere decisioni.

La complicità con i dittatori non è accettabile nella realpolitik” hanno sottolineato. A questa conclusione sono giunti Claudio e Paola durante le loro indagini per trovare e consegnare alla giustizia i responsabili del delitto “Ora più che mai ci riusciremo. Per l’ovvia ragione che i diritti umani di Giulio sono stati gravemente violati», ha ripetuto in gruppo. L’inerzia-incoerenza della politica è stata qualcosa con cui abbiamo dovuto imparare a fare i conti, e mentre abbiamo dovuto imparare a decifrare eventi o non-eventi, abbiamo anche dovuto imparare a aspettali”. Sto cercando di trovare il lato positivo, e sembra ci sia una ritrovata disponibilità a” sul dossier Regeni in Egitto.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato quindi ospite oggi a Radio 24. A conclusione del suo viaggio in Egitto ieri, “Con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry – ha detto il ministro – abbiamo affrontato le preoccupazioni della Libia e della stabilità del Mediterraneo”, ha poi sottolineato Tajani, “l’Italia è impegnata nell’allargamento della partnership con l’Egitto. Aumentata la presenza italiana ed europea in Africa”. Inoltre, ha scritto in un tweet: “Gli ho anche insistito ancora una volta sull’importanza di chiudere i libri sulle istanze Regeni e Zaki al suo omologo egiziano Sameh Shoukry, ndr.

Ha detto: “C’è una grande voglia di Italia in Egitto, e quanto la verità può ostacolare il tuo raggiungimento della giustizia?” La domanda posta da un ragazzo di sedici anni è un succinto riassunto delle circostanze che portarono l’autore alla decisione di scrivere sugli ultimi giorni di Giulio Regeni. I genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, e il legale di famiglia, Alessandra Ballerini, hanno incontrato oggi gli studenti dell’Università di Padova nell’Archivio Antico di Palazzo del Bo, dopo un incontro mattutino con 220 studenti delle scuole superiori di Abano Terme. Il Comune di Padova ha programmato un’assemblea pubblica per la stessa sera, venerdì 3 marzo, presso la Fornace Carotta.

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La signora Paola Deffendi, indicando il contenuto della biblioteca, dice: “Giulio avrebbe voluto aprire i libri di questo archivio”. Era un enorme topo di biblioteca, Giulio. Eppure Giulio non era un introverso; aveva molti amici. Non così al Cairo, dove troverai solo traditori. La madre del figlio di Giulio si fa sempre valere senza sprecare parole, e l’avvocato sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda. Per proteggersi occorre uno sforzo enorme, come sottolinea l’avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini: «Difesi dal fango, dalla vigliaccheria egiziana, e dalle nostre istituzioni che fanno accordi con i governi invece di difendere i suoi abitanti». Il loro percorso non è ripido.

Il diniego al ministro Cartabia si legge chiaramente nelle pratiche presentate dal nuovo procuratore generale egiziano, nominato da AlSisi, come sottolinea ancora il legale. Posizione egiziana per la dichiarazione “non intendiamo collaborare; abbiamo indagato sui 4 imputati ma riteniamo che non siano collegati a rapimenti e torture, quindi non solo non possiamo riprocessarli ma non possiamo nemmeno collaborare con chi vuole processarli .” Ma cosa facciamo noi, come nazione? Rimani a guardare i tuoi figli che vengono uccisi? Anche il professor Mascia, responsabile dell’unità per i diritti umani, ha sottolineato l’importanza dell’Egitto.

“Il governo egiziano ha infranto le norme internazionali a tutela dei diritti umani e degli stranieri. L’Egitto è uno Stato in cui le infrazioni stanno diventando sempre più diffuse e frequenti. negocollabora con la sua controparte al Cairo. Questa è la domanda. che attualmente ricopre la carica di presidente dei diritti umani è stato sottolineato il coinvolgimento dell’Egitto, con la seguente dichiarazione: «Lo stato egiziano ha violato gli standard internazionali sulla protezione dei diritti umani e sulla protezione degli stranieri. L’Egitto è uno stato in cui le infrazioni stanno diventando sempre più diffuse e frequenti. Tuttavia, il nostro governo negozia spesso con la sua controparte al Cairo.

Come la mettiamo? che attualmente ricopre la carica di presidente dei diritti umani è stato sottolineato il coinvolgimento dell’Egitto, con la seguente dichiarazione: «Lo stato egiziano ha violato gli standard internazionali sulla protezione dei diritti umani e sulla protezione degli stranieri. L’Egitto è uno stato in cui le infrazioni stanno diventando sempre più diffuse e frequenti. Tuttavia, il nostro governo negozia spesso con la sua controparte al Cairo. Come la mettiamo? Il corpo del dottorando italiano Giulio Regeni è stato scoperto il 3 febbraio 2016 al Cairo. Era stato rapito il 25 gennaio. Domenica 2 maggio i genitori di Giulio appariranno su Fabio Fazio’.

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