Fini e Tulliani Si Sono lasciati – Vendere il mio appartamento a Monte Carlo è stata la cosa peggiore che mi sia mai capitata. Giancarlo Tulliani, e in misura minore sua sorella Elisabetta, mi hanno ingannato. È la difesa presentata ieri da Gianfranco Fini nella foto davanti al Tribunale di Roma nel processo per riciclaggio, nel quale è imputato insieme alla compagna, al cognato e al suocero. Al centro la vendita della casa di Montecarlo, che la contessa Annamaria Colleoni aveva lasciato ad Alleanza Nazionale ma che Giancarlo Tulliani acquistò nel 2008 per poco più di 300.000 euro utilizzando società offshore e i soldi dell’imprenditore e “re delle slot” Francesco Corallo dello scandalo.
Nel 2015, la vendita di questa proprietà ha fruttato $ 1.360.000. L’ex presidente della Camera ha affermato di aver reciso i rapporti con Tulliani dopo aver appreso, nel dicembre 2010, di essere il proprietario della villa. Sono state le azioni di Elisabetta a farmi del male; Non l’ho scoperto fino a quando i suoi avvocati non mi hanno detto che era una comproprietaria e che suo fratello aveva rimborsato parte dei profitti. Fini l’ha perdonata nonostante questa azione abbia di fatto interrotto la sua carriera politica. Non escludo che i Tulliani abbiano utilizzato il ricavato della vendita della loro casa di Montecarlo per acquistare una porzione di quella che attualmente condividono in via Conforti a Roma, dove tutt’ora convivono.
Ma ne ero completamente all’oscuro. C’è stato un costante declino dalla carica di presidente di AN a quella di ministro nel gabinetto Berlusconi a quella di presidente della Camera. La storia dell’esistenza di Gianfranco Fini è un ammonimento. Si considerava un “coglione” per aver riposto la sua fiducia in Elisabetta Tulliani, la donna che aveva sposato, e in tutta la sua famiglia. E stava iniziando a staccarsi. Secondo il Giornale, Fini ed Elisabetta hanno deciso di separarsi pur continuando a vivere nella casa in Valcannuta, alle porte di Roma, che lei ha registrato con il suo ex fidanzato, Luciano Gaucci.
“Elisabetta mi ha confessato solo di recente che, insieme al fratello Giancarlo, nel 2008, avevano deciso di acquistare la casa a Montecarlo”, ha detto Gianfranco durante l’ultimo interrogatorio. L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, insieme all’allora compagna Elisabetta Tulliani e al fratello e padre di Tulliani, Giancarlo e Sergio, furono tutti chiamati a testimoniare in un’aula di tribunale di Roma con l’accusa di riciclaggio di denaro. “La storia dell’appartamento di Montecarlo è stata per me l’episodio più doloroso, sono stato preso in giro da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta”, ha rimarcato l’ex leader di Alleanza Nazionale.
Ho dovuto cedere alle loro richieste e mettere in vendita la casa. “Penso che la sua perfidia e prontezza a ingannare e ingannare sia stata dimostrata in più occasioni”, dice il narratore di Giancarlo, che “mi ha detto che un’azienda era interessata ad acquistarlo ma non sapevo che lui e sua sorella facevano parte della compagnia.” Analogamente al caso citato, anche questo è iniziato con la vendita nel 2008 di un condominio di Monaco. L’accusa sostiene che la contessa Annamaria Colleoni abbia lasciato il palazzo ad Alleanza Nazionale e che sia stato successivamente acquistato da Giancarlo Tulliani con fondi sottratti all’imprenditore Francesco Corallo attraverso un’attività offshore.
Come detto in precedenza, il milione e 360mila dollari sono stati ricavati dalla vendita dell’immobile avvenuta nel 2015, dopo un investimento iniziale di poco superiore ai 300mila euro. Tra i processati c’era anche l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Laboccetta. Fini ha detto ai giudici della quarta sezione collettiva: “Solo nel dicembre 2010 si è accorto che il proprietario dell’abitazione era Tulliani e io ho troncato i rapporti con me. Anche il comportamento di Elisabetta mi ha sconvolto; non ho saputo che fosse comproprietaria l’appartamento fino a quando non ho visto i documenti legali, e poi ho saputo che stava usando l’appartamento come “affitto a riscatto”.
suo fratello le ha rimborsato una parte dei ricavi della vendita. Qualsiasi informazione di cui prima non ero a conoscenza. Poi , l’ex esponente del Pdl ha dichiarato: “Sono stato coinvolto in questa procedura a seguito di decine di falsi commenti rilasciati da Labocetta per una nota animosità politica nei miei confronti. L’anno 2010 ha segnato l’inizio del mio conflitto con Silvio Berlusconi; l’atmosfera era tesa e molte persone mi consideravano un facile bersaglio. L’ex presidente della Camera di Commercio Gianfranco Fini è stato denunciato per riciclaggio di fondi illeciti. A questa conclusione è giunto il gip di Roma dopo aver rinviato a giudizio anche la fidanzata di Fini Elisabetta Tulliani, oltre al padre di Fini Sergio e al fratello Giancarlo, e il “re delle slot” Francesco Corallo.
La data del giudizio davanti alla IV sezione penale è il 30 novembre. Un’inchiesta sulla misteriosa compravendita di un appartamento di Montecarlo che la contessa Annamaria Colleoni ha lasciato ad Alleanza Nazionale. Amedeo Laboccetta, deputato di Forza Italia, era tra i cinque indagati. La prima udienza si svolgerà davanti alla IV sezione penale a novembreI fatti si sono verificati nel 2008 e il fascicolo dell’accusa menziona uno schema di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro. Gli inquirenti affermano che si tratta di quanto Sergio e Giancarlo Tulliani, insieme alla moglie del precedente presidente della Camera, avrebbero realizzato illegalmente.
Secondo l’accusa, i Tulliani avrebbero trasferito e occultato il reato di lucro dell’associazione utilizzando conti aperti in Italia e all’estero dopo aver ricevuto massicci trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo tramite società offshore senza motivo apparente o con documenti contrattuali fittizi. Il caso trae origine dall’inchiesta della Dda capitolina sui rapporti di Corallo, sfociata nell’arresto dell’imprenditore il 13 dicembre 2016 insieme a Giancarlo Tulliani, cognato di Fini entrambi poi rilasciati su cauzione a Dubai.
Tredici persone, tra cui l’ex deputato Amedeo Labocetta, sono coinvolte nello scandalo. La Procura della Repubblica di Roma contesta al gruppo Corallo&co attività di riciclaggio di denaro con proventi non dichiarati derivanti da operazioni internazionali di gioco d’azzardo on line e videolotterie. Gli inquirenti ritengono che Francesco Corallo intendesse utilizzare i fondi riciclati a proprio vantaggio economico e finanziario.