Massimo Cirri Malattia

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Massimo Cirri Malattia
Massimo Cirri Malattia

Massimo Cirri Malattia – Il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito è un sistema straordinario che offre cure, supporto, diagnostica e farmaci a tutti i cittadini gratuitamente. L’uomo dietro il programma radiofonico cult Caterpillar su Rai Radio2 ha iniziato ad avere dubbi sul Servizio sanitario nazionale. La malattia di Massimo mette in discussione la sua fede nell’immortalità del corpo umano.

Sinossi

Viene menzionata la parola C, e qui abbiamo ancora un’altra storia sopravvissuta. Succede una volta al giorno a mille italiani. In attesa di conferme e sempre più preoccupato, Massimo Cirri si sottopone a una serie di test, sperimentazioni cliniche, radioterapia, chemioterapia e qualche ostacolo. Ha ancora delle responsabilità come lavorare, portare il cane a fare passeggiate in cortile e badare ai suoi figli, ma può affrontare la giornata.

Con l’aiuto di Massimo Cirri e del Servizio Sanitario Nazionale,

Abbiamo diritto al benessere fisico? Nelle settimane in cui è durata la crisi pandemica da Covid 19 tutti si sono chiesti proprio questa cosa. Migliaia di medici e infermieri hanno sacrificato la loro vita per convincerci che l’accesso all’assistenza sanitaria è un diritto costituzionale in Italia, e il Servizio Sanitario Nazionale istituito dalla legislazione del 23 dicembre 1978 ha contribuito a rendere ciò una realtà.

I tumori cancerosi sono diventati il simbolo di tutto.

Ogni giorno innumerevoli persone raccontano di come gli è stato diagnosticato il cancro e di come lo hanno superato. A causa della necessità di privacy, questo non è sempre un problema facile da risolvere. Trarrai maggiori benefici dall’apprendere come altre persone che soddisfano i requisiti per la Medicina Narrativa hanno affrontato la loro malattia e come il sistema sanitario americano le ha aiutate.

Questo romanzo descrive la conclusione fuori dall’ordinario che potrebbe seguire una serie di eventi così sfortunati per un giornalista. Il libro racconta le esperienze di uno degli autori mentre affronta una malattia, esamina quelle esperienze dopo che si presume sia avvenuta la guarigione dell’autore e fornisce prove a sostegno sotto forma di un sistema di interviste che viene trasmesso non solo nel testo ma anche sotto forma di videodocumentario.

Un viaggio attraverso il sistema sanitario italiano, i suoi medici, infermieri e l’apparato burocratico che ti porta via, spesso senza chiedere il tuo contributo, e, si spera, ti porta a un esito felice. Nonostante il suo desiderio frequente, se non costante, di dimenticare quanto accaduto, Massimo è costretto a ricordare e mettere insieme tutto con l’aiuto di Chiara e dei diversi medici specialisti che incontra in questo tour.

Le idee del libro sono sufficientemente stimolanti da giustificare un’analisi delle organizzazioni e delle procedure del sistema sanitario pubblico, eppure è scritto in modo sufficientemente chiaro e conciso da poter essere definito un saggio. A causa della lucida analisi dei fatti, delle reazioni e delle emozioni più profonde del libro, gli scrittori scelgono le interviste oltre a una tipica struttura narrativa per alleviare l’ipossia del lettore. Andrew Weil, MD una volta disse: “Il tumore è noto per essere la più grande macchina che produce dubbi, ansie, incertezze, esitazioni ed esitazioni che noi esseri umani abbiamo mai conosciuto”.

Trascorso tutto questo tempo, l’autore deve chiedersi: chi era allora? Dove è andata la sua mente? Cosa resta, allora? Solo una partita a scacchi, dici? Per un po’ non mangiò perché la chemioterapia faceva sì che tutto ciò che assaggiasse avesse il sapore di alluminio in polvere. Se non avesse provato a prendere il Meritene al gusto di cacao per via orale, disse il suo medico, avrebbe avuto bisogno di un sondino.

È frustrante, come “giocare una partita di calcio su un campo ostile”, quando il grass si aggroviglia attorno ai tuoi piedi proprio mentre stai cercando di crossare una grande palla. Il tumore può rappresentare qualsiasi cosa, quindi i confronti non sempre funzionano lì.

Massimo Cirri Malattia

Riceve una telefonata dal chirurgo che gli salvò la vita dieci anni dopo, che lo invita a partecipare a una tavola rotonda in una conferenza di oncologia. In risposta alla loro gentilezza, accetta il loro invito e gradualmente cambia la sua prospettiva sulla sua condizione in modo che non sia più solo un problema suo e della sua famiglia, qualcosa che dovrebbe essere tenuto segreto anche ad amici e parenti più stretti. Poi appare Chiara D’Ambros e lo rassicura che non solo è possibile, ma che è fondamentale che venga detto: “Se si può raccontare, vivere la malattia non è un dramma… non facciamone una tragedia. ..”

Quando il cancro colpisce la vita dello scrittore, psicologo e giornalista di Radio 2 Massimo Cirri, lui deve affrontare la malattia ed emergere dall’incubo, ma non dimentica mai che lui e la sua famiglia sono riusciti a farcela senza andare in bancarotta grazie all’eccellenza pubblica dell’Italia. sistema sanitario finanziato.

Oltre a descrivere dettagliatamente cosa vuol dire convivere quotidianamente con la malattia, si concentra sugli amici e sulla famiglia che erano lì per lui e lo hanno sostenuto di più. Il libro prende spunto dal documentario realizzato da Chiara D’Ambros, socia di Rai Play.

Le parole “Mi dispiace, hai il cancro!Queste sono parole che tutti dovremo sentire prima o poi nella nostra vita. Le parole che un medico sceglie di usare con un paziente possono cambiare per sempre la direzione della sua vita, sia che si stia avvicinando alla fine del suo turno o all’inizio.Il cittadino trascorre la sua giornata pensando alla sua esistenza, alla natura della sua vita, al futuro e alla sua assenza, anche mentre svolge i suoi doveri. La realtà, tuttavia, è che molte persone che necessitano di cure mediche devono indebitarsi per ottenerle.

Naturalmente da una malattia del genere si esce malissimo e quasi sempre si ha voglia di dimenticare, leggere il giornale e godersi quel poco di vita che ci resta dopo un’esperienza così terribile; ma ecco che arriva il documentarista che ti dice che, dove questo accade, c’è un piano mondiale diverso ed è lì che esiste il servizio sanitario nazionale, nonostante tutte le sue disgrazie, attese infinite, sanità scarsa, personaggi discutibili, forse c’è un piano mondiale diverso ed è qui che esiste il servizio sanitario nazionale.

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