Martina Levato Storia – Si parla di una storia tra il terribile e il brutto a causa di un nuovo clip audio al momento dell’aggressione a uno studente. Il 28 dicembre 2017, a Milano, l’avvocato di Pietro Barbini ha presentato in tribunale un file audio ripreso durante l’aggressione a Martina Levato e Alexander Boettcher, due ragazzi accusati di aver aggredito e sfigurato un altro ragazzo,
con l’acido. Tosoni ha raccontato come il file audio sia stato trovato sul cellulare della madre di Barbini; era stata accompagnata a casa da Barbini e suo padre la notte dell’aggressione, ma aveva lasciato cadere il telefono mentre scendeva dall’auto, attivando accidentalmente la funzione di registrazione. Prima di essere aggredito,
Barbini aveva trovato il telefono e se lo era nascosto in tasca. Il file audio è stato descritto come “la cosa più vicina a una testimonianza diretta di quell’aggressione” e “probabilmente un pezzo importante della vicenda processuale: e sta facendo riparlare i giornali italiani di una vicenda a metà tra il tragico e il grottesco”, che ha attirato molta attenzione nell’ultimo mese.
Pietro Barbini, 22 anni, studente a Boston, è nato e cresciuto a Milano. Il 28 dicembre 2014 era in visita in Italia con la sua famiglia per le vacanze di Natale. Lui e suo padre erano tornati in macchina da Cortina d’Ampezzo a Milano. Verso le 18, dopo aver lasciato la madre a casa, Barbini si fece accompagnare dal padre in via Carcano,
dove ebbe un incontro con un giovane che lo aveva più volte contattato nel corso di alcuni giorni, fingendosi un corriere con una scatola da portare da Parigi. L’uomo è stato successivamente identificato dalla polizia come Andrea Magnani, che ora è imputato nel processo per presunto aiuto a Boettcher e Levato a commettere i crimini.
Una volta che Barbini è sceso dall’auto, Boettcher lo ha inseguito con un martello e, secondo Barbini e suo padre, Barbini è stato aggredito con due litri di acido lanciati da Levato. Nonostante abbia subito un intervento di chirurgia plastica per riparare i danni causati dall’acido muriatico, il giovane ferito è ancora oggi nel reparto ustionati dell’ospedale Niguarda.
Martina Levato, ex compagna di Barbini, classe 1991, ha frequentato la Bocconi, e attualmente risiede a Bollate con i suoi genitori. In precedenza era stata denunciata da un altro ragazzo, il quale affermava che il 20 gennaio 2014 aveva pianificato di usare un coltello per evirarlo durante un incontro carnale. Alexander Boettcher, 32 anni,
è nato in Germania ma ora chiama Milano casa. Lavora come broker finanziario. È sposato, si è candidato alle regionali lombarde del 2013 per la lista 3L di Giulio Tremonti, e dieci anni fa ha patteggiato una multa per una condanna per aggressione. I giornali hanno riferito della relazione morbosa e possessiva della coppia. La Barbini sarebbe stata aggredita dai due perché,
come si è visto in diverse comunicazioni che le ha dato, ha cercato di sollecitare la Levato a lasciare Boettcher. Levato e Boettcher sono stati arrestati e sono detenuti nel penitenziario di San Vittore. Tra due mesi verranno depositati i pareri professionali delle psichiatri Marina Verga ed Erica Poli sulla loro capacità di intendere e di volere al momento dell’aggressione.
Nel frattempo, i due hanno chiesto lo snellimento del processo, che abbasserebbe di un terzo la loro potenziale pena. Anche un banchiere di nome Andrea Magnani che si è presentato a Boettcher come un “soggetto” è stato arrestato dalla polizia la scorsa settimana. Il 17 marzo il tribunale esaminerà le accuse contro Magnani.
I tabloid affermano che Magnani ha affermato che Levato e Boettcher sono stati responsabili di altre due aggressioni con l’acido a Milano a novembre, il 2 novembre contro Stefano Savi e il 15 novembre contro Giuliano Carparelli, sulla base del verbale dell’incontro. In particolare, Boettcher ha detto di non conoscere personalmente Carparelli ma che avevano amici in comune,
quindi Savi sarebbe stato aggredito erroneamente perché somigliava a Carparelli. La giuria ha ritenuto Martina Levato e Alexander Boettcher colpevoli di tre accuse di aggressione con acido. Quindi hanno fatto la cosa folle di cercare di “purificare” i precedenti incontri sessuali della ragazza con gli uomini.
Pietro Barbini è caduto in un’imboscata dopo essere stato adescato il 28 dicembre 2014. Qualcuno gli ha spruzzato dei fluidi alle spalle. “Corri papà, è acido”, gridò il bambino non molto tempo dopo la terribile notizia. Martina Levato e Alexander Boettcher sono stati denunciati come la “coppia acida” dopo questo incidente,
e loro e Andrea Magnani sono stati condannati colpevoli di gravi lesioni ai giovani che avevano aggredito. Una delle dichiarazioni che condannerebbero i tre recita: “La coppia aveva deciso di punire e purificare ogni relazione di Levato con altri uomini”. Questa frase descrive in dettaglio il folle piano di purificazione che si celava dietro gli attacchi.
La notte del 28 dicembre 2014, Pietro Barbini e la sua famiglia erano appena rientrati da una vacanza in montagna. Il corriere lo aveva chiamato più volte nei giorni scorsi, dicendo che aveva un pacco da portare da Parigi. Pietro dovette ritirarlo quella notte in via Giulio Carcano, all’estremità sud-est di Milano. Forse perchéera ancora scettico dopo tutte quelle strane telefonate,
convinse il padre ad accompagnarlo. Di conseguenza, padre e figlio lasciarono a casa madre e sorella e si avviarono lungo il percorso prestabilito. Quando finalmente giunsero nel luogo prestabilito, il ragazzo scese e si recò al numero di casa designato, mentre il padre parcheggiava l’auto e ascoltava l’interfono per ogni accenno alla ditta di spedizioni.
Qualcuno all’improvviso gli si avvicinò alle spalle e gli gettò addosso un liquido, schizzandogli tutto il corpo. Mentre il padre guardava suo figlio cadere in un’imboscata, corse in suo aiuto. La madre di Pietro aveva dimenticato il cellulare in macchina, e prima che scendesse Pietro se lo era infilato in tasca e aveva accidentalmente attivato il registratore, catturando quei momenti di tensione. Pietro inizialmente disse a suo padre: “Corri papà, non so cosa sia”.