Malattia Di Bebe Vio – Bebe Vio ha vinto un altro titolo. Lo schermidore italiano ha stravinto la finale della categoria B del fioretto individuale alle Paralimpiadi di Tokyo, portando a casa la medaglia d’oro. Questa vittoria segue quella precedente contro lo stesso avversario cinese, Jingjing Zhou, che ha vinto 15–9 domenica 29 agosto 2021. A Rio, all’epoca aveva solo 19 anni. Quando si tratta di sport e del piccolo schermo, sei sicuro di sapere tutto quello che c’è da sapere su Bebe Vio? Che cos’è? Scopriamolo insieme.
Alla schermitrice italiana Bebe Vio, che ha gareggiato alle Paralimpiadi di Tokyo e vinto l’oro nel fioretto individuale, è stata diagnosticata una meningite fulminante quando aveva undici anni. La malattia è progredita in un’infezione pericolosa per la vita che ha richiesto la rimozione di tutti e quattro gli arti. Il 24enne campione è nato a Venezia il 7 marzo 1997 e, con la determinazione e la disciplina da esercitare ogni giorno, ha ottenuto straordinari successi nel regno dello sport, contribuendo a mantenere la reputazione internazionale di spicco dell’Italia.
Nelle ultime ore è venuta alla luce che Bebe Vio avrebbe portato la bandiera paralimpica alla cerimonia di chiusura finale della manifestazione. Ha vinto l’oro alle Paralimpiadi di Pechino quando aveva solo 19 anni, e lo ha fatto di nuovo ai Giochi di Tokyo. Quello spettacolo è stato il suo primo in assoluto. Qualche tempo fa, un ascoltatore del Maurizio Costanzo Show ha condiviso quanto segue:Nella puntata di stasera di “Chi Tempo Che Fa” su Rai Uno, Bebe Vio sarà ospite di Fabio Fazio. Una delle figure sportive più riconoscibili d’Italia.
Bebe Vio, allora 11 anni, è stata colpita dalla meningite il 20 novembre 2008, che ha portato a una grave malattia che alla fine ha portato all’amputazione delle braccia e delle gambe. Dopo 104 giorni in ospedale, Bebe è finalmente potuta tornare a scuola.Bebe, schermitrice italiana e specialista del fioretto, nata il 4 marzo 1997, è la campionessa in carica sui palcoscenici europei e mondiali. Fa parte della nazionale italiana paralimpica. Bebe utilizza una protesi personalizzata che ripristina la normale funzionalità degli arti, permettendole di praticare il suo sport preferito, la scherma.
I suoi arti inferiori e superiori necrosi a causa della meningite di tipo B. Dopo essere stata portata nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova nel novembre 2008, il suo bambino è stato amputato sotto i gomiti e le ginocchia 104 giorni dopo. Goccioline di saliva e secrezioni nasali diffondono la malattia quando una persona tossisce, starnutisce o parla con un’altra persona che non è stata ancora infettata. I bambini in età prescolare e i giovani adulti sono particolarmente vulnerabili.
A causa della meningite di tipo B, Bebe ha perso inizialmente l’uso delle mani, e poi delle gambe e delle braccia fino al gomito. Non appena possibile, deve essere trovata e attuata una cura per questa malattia. Quando Bebe Vio è arrivata in ospedale, è stata immediatamente operata e, dopo diverse altre procedure, ce l’ha fatta. Da qualche mese è diventata anche testimonial per l’azienda di health tech Ottobock, che le ha fornito la nuova protesi e sarà al suo fianco fino alla fine dei giochi nella capitale francese. La capacità di Bebe di muovere le dita con l’aiuto delle sue nuove protesi multiuso le ha permesso di fare movimenti che prima non avrebbe mai potuto fare.
Ha contratto la meningite il 20 novembre 2008, quando aveva 11 anni; la malattia ha portato a una vasta infezione che alla fine ha portato all’amputazione degli arti; e dopo aver trascorso 104 giorni in ospedale, è tornata a scuola subito dopo essere stata dimessa.
Suo padre Ruggero aveva dichiarato: “Quando aveva 10 anni ha fatto la profilassi contro la meningite di tipo A”, riferendosi alla vaccinazione contro la meningite di tipo B. Dovrebbero aspettare fino a quattordici anni. Siccome affermavano di essere esperti, abbiamo deciso di riporre la nostra fiducia in loro. Ma ahimè, ci sbagliavamo; mia figlia si è ammalata di germe più di un anno dopo.La superstar della scherma Bebe Vio, 24 anni, è di Venezia, Italia.
Bebe Vio è l’attuale campionessa paralimpica, mondiale ed europea di fioretto. Partecipa mentre usa una sedia a rotelle perché la meningite fulminante le ha preso entrambe le gambe e gli avambracci quando aveva 11 anni. Il 28 e 29 agosto, Bebe Vio ha gareggiato nella categoria fioretto individuale ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, dove ha vinto rispettivamente l’oro nella competizione a squadre.
Bebe Vio, nata Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio il 4 marzo 1997 a Venezia. Viveva a Mogliano Veneto con la sua famiglia . All’età di 5 anni e mezzo, Bebe si unisce agli scout locali e inizia anche le lezioni di scherma. Nel 2008, all’età di 11 anni, è stata colpita da una meningite fulminante, che imperversa in modo gravissimo con necrosi degli arti; gli avambracci e le gambe della giovane donna sono stati amputati a causa della malattia. La determinazione di Bebe Vio le ha permesso di tornare a scuola solo tre mesi dopo gli incidenti, momento in cui ha iniziato anche la riabilitazione motoria.
È tornata per intraprendere una carriera di scherma professionista. Nel 2012 è stata una delle tedofori olimpiche ai Giochi Paralimpici di Londra, dove è diventata istantaneamente un’icona per lo sport della scherma in carrozzina. Diventa portabandiera delle Paralimpiadi dopo aver portato a casa la medaglia d’oro a Rio nel 2016. Inizia la sua carriera televisiva nel 2017 quando conduce il programma Rai La vita è bella; ILl’anno successivo riceve l’America Award dalla Fondazione Italia-USA.
Bebe Vio ha iniziato la sua carriera professionistica nel 2010 a Bologna, dove solo un anno dopo ha vinto il campionato italiano under 20. Il suo regno di campionessa italiana indiscussa è durato dal 2012 al 2013. Nel 2014 sei stata riconosciuta come una delle migliori paralimpiche italiane, guadagnandoti l’Italian Paralympic Award. Nel 2015 ha ottenuto il titolo di campionessa mondiale di fioretto alle Paralimpiadi e nel 2016 ha vinto sia il campionato europeo di fioretto individuale che quello a squadre.