Giovanni Pennisi – Giovanni Pennisi, commerciante di diamanti e appassionato collezionista di gioielli antichi, pietre insolite e oggetti d’Oriente, ha fondato il marchio Pennisi nel 1971. Giovanni è il nipote di una famiglia di gioiellieri e orafi di Catania, e ha portato avanti la famiglia affari a Milano. Suo figlio Guido è il responsabile del negozio, e ha sempre lavorato a stretto contatto con la moglie Paola e la sorella Marina.Gabriele Pennisi e suo fratello Emanuele Ferreccio Pennisi sono entrati a far parte dell’azienda di famiglia nel 2003.
La gioielleria antica dal 18° secolo fino agli anni ’50 è la specialità di Pennisi. La collezione è incentrata su pezzi francesi del XIX secolo e dell’era Art Déco.Pennisi ha collaborato con importanti organizzazioni culturali e mostre, come:Negli anni Cinquanta, a Milano, a Palazzo Reale.Villa Necchi, Milano, RAVASCO, 2015.La regina dell’Art Déco, TAMARA DE LEMPICKA, al Palazzo Gaviria di Madrid nel 2018.I curatori Emanuele e Gabriele Pennisi dirigono il Museo del Gioiello di Vicenza, l’unica istituzione italiana dedicata esclusivamente alla gioielleria.
Hanno servito come curatori della Icon Room per il biennio 2019-2020 e come membri del consiglio scientifico del museo a partire dal 2020.Giovanni Pennisi, diamantino e collezionista con un profondo amore per l’antichità, ha fondato la sua omonima azienda di gioielli nel 1971. Giovanni, i cui antenati materni sono originari di Catania, in Sicilia, ha portato avanti l’attività di famiglia di gioielliere e orafo a Milano. Guido, con l’aiuto di Marina e Paola, ha gestito il negozio con l’aiuto della sua famiglia. È sempre stato un esperto di arte asiatica, gioielli antichi e objets de vertu.
Gabriele Pennisi e suo marito Emanuele Ferreccio Pennisi hanno avviato la loro azienda nel 2003.Il Museo del Gioiello di Vicenza è l’unico museo italiano dedicato esclusivamente alla gioielleria, ed è gestito dal team di marito e moglie Emanuele Ferreccio Pennisi e Gabriele Pennisi. The Icon Room è stata curata nel corso del 2019 e del 2020, utilizzando pezzi della collezione di famiglia e di altre importanti collezioni private. Fanno parte del comitato scientifico del Museo dall’anno 2020. www.museodelgioiello.
it “ Gianni Pennisi è un nome noto nel mondo dell’arte moderna, essendo nato e cresciuto ad Asti, dove continua a vivere e creare fino a questo giorno. Pennisi ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali. Di pari importanza è la sua formazione, iniziata diversi anni fa presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e successivamente proseguita presso la Scuola Internazionale di Arte e Design di Venezia, dove si è confrontato con un ambiente internazionale stimolante e affascinante. Ha anche trascorso molto tempo negli studi di importanti artisti locali e personaggi della cultura, dove ha assorbito attentamente la loro saggezza e istruzione.
In seguito a queste esposizioni, principalmente dedicate all’indagine della “verità” e della “figura”, il nostro artista venne affascinato dall’opera delle Avanguardie Storiche, e in particolare dall’Astrattismo Geometrico, in cui ogni riferimento alla realtà si eliminano e tutto si riduce a forma e colore. Da allora, Gianni Pennisi si è concentrato esclusivamente sull’arte astratta, sulla costruzione geometrica delle forme, sulla luce e sul colore considerati protagonisti quasi assoluti nelle sue composizioni, abbandonando i canoni classici.
La ricerca di Pennisi è ampia e continua; affronta periodi di tempo diversi e argomenti diversi la mente, il pensiero, lo spazio, l’ordine cosmico, ecc.con lo stesso metodo e rigore scientifico, rimanendo sempre fedele alla linea diretta dei propri pensieri, linguaggio e comprensione di comunicazione artistica. Continuo ad apprezzare questo musicista per la sua straordinaria prudenza, per la ricerca dell’isolamento come mezzo per raggiungere la completa libertà e autonomia, per evitare ogni indottrinamento e per essere totalmente se stesso. In tutti questi anni.
quindi, il nostro artista non ci ha abituato ai facili clamori o alla semplice ostentazione così diffusi nel mondo dell’arte di ieri e di oggi, ma ha deciso di raccontarsi attraverso il suo lavoro e gli esiti raggiunti. Le sue ultime opere, quindi, sono ritratte come un insieme composto da un’armoniosa gamma di forme e colori attraverso i quali scorrono segni, percorsi e traiettorie all’intersezione tra l’emotivo e l’intellettuale, il riflessivo e l’intuitivo. Sempre in primo piano la geometria, la costruzione e il movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco inconsueto e piacevole di incastri e sovrapposizioni.
di sorprendenti interruzioni e ripartenze.Si è quasi costretti a fare paragoni con le opere di Piet Mondrian e Paul Klee, del Costruttivismo e del Neoplasticismo, ma Gianni Pennisi si libera da queste associazioni con uno slancio di inventiva, una creatività così lucida e così fervida da poter frantumare le rigide forme della geometria e assumono una vita propria. I percorsi visivi dei dipinti diventano così un gioco dell’occhio e della mente, un vero e proprio oculo-mental allenamento e ogni spettatore può seguire le tracce fino alla destinazione finale.
Il lavoro attuale dell’artista è intrigante e coinvolgente perché ha fatto un enorme balzo in avanti in termini di immaginazione e originalità concentrandosi sulla forma umana. Per certi versi richiama le sue radici classiche e figurative, ma da allora la sua visione e interpretazione anatomica si sono notevolmente evolute. Non c’è più alcun tentativo di descrivere o raffigurare oggettivamente la realtà, solo forme anatomiche attraversate da segno e colore, da incastri e tassellazioni, che concorrono a formare e determinare un unicum visivo in cui l’astratto, il geometrico e il figurativo sembrano coesistere in modo assolutamente naturale e armonico.
Ciò significa che la linea e la costruzione geometrica di queste opere, che prendono spunto dalle forme anatomiche delle figure raffigurate, danno luogo a un’affascinante e inaspettata metamorfosi di segni che alla fine si fonde in un puro riflesso cromatico in cui tutto è colore, luce, vibrazione e profondità.In questa fase i suoi edifici si ammantano di ariosità ed eteree trasparenze; sono sofisticati costrutti mentali; evocano il mistico.