Ciccio E Tore Storia

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Ciccio E Tore Storia
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Ciccio E Tore Storia – La “casa dalle cento stanze” è un gigantesco casale in mattoni situato nell’antico quartiere di Gravina di Puglia. Ha una storia che abbraccia generazioni. Nel XVIII secolo in questo borgo si insediarono i Pellicciari, nobili modenesi. La cittadina si trova quaranta chilometri a sud di Bari. Entrati nella Lucania meridionale, si calarono. Attualmente l’aria è densa dell’odore di muffa delle vecchie abitazioni e l’edificio dà l’impressione di essere mezzo deserto.

Si dice che le cripte, i pozzi e le scale lungo via della Consolazione siano infestati, e i bambini spesso si nascondono e cercano giocosamente tra loro. Un ragazzino di 12 anni di nome Michelino cade nel pozzo che sfocia in una cisterna situata lì vicino. Per fortuna, dopo una caduta di dieci metri, atterra sano e salvo sulla dura pietra.

Un resoconto della vita dei fratelli Gravina più piccoli

Sul posto c’è un rapido afflusso di testimoni e vigili del fuoco. Michelino sta bene, anche se si sente stordito e insensibile. Alla base del pozzo giacciono però le ossa di due bambini. L’anno 2008 è appena passato. Lo strano clima ha fatto sembrare le ossa mummificate.

Pertanto, la durata della presenza dei resti è un mistero. I nomi delle vittime saranno determinati dai risultati dell’autopsia, ma indizi cruciali si possono trovare nelle scarpe e nella giacca rinvenute vicino ai corpi. Un ultimo, infruttuoso tentativo di scalare il muro della prigione è indicato da graffi sui muri.

I risultati degli esami consolideranno ulteriormente l’ipotesi che i corpi rinvenuti sono quelli di Francesco e Salvatore Pappalardi, fratelli rispettivamente di 13 e 11 anni, misteriosamente scomparsi dal loro paese due anni fa. Il pozzo della vecchia casa ha rapito i bambini, proprio come in un brutto incubo. Ma perché è successo? Qualcuno gli ha fatto del male? Per rispondere a questo argomento, torniamo a un pomeriggio di giugno 2006.

Il destino di Ciccio e Tore dopo la loro scomparsa

I ragazzi, conosciuti come Ciccio e Tore, hanno trascorso le ultime due settimane con il loro papà. Il Tribunale per i Minorenni di Bari ha affidato di recente i due ragazzi al padre, Filippo Pappalardi, nonostante il divorzio dei genitori sia avvenuto nel 1997. Maria, da tempo nuova compagna di Filippo, vive con la figlia di tre anni vecchio, due figli adolescenti e la loro madre.

Rosa Carlucci si è ricostruita una vita restando a Santeramo in Colle con il nuovo maritino 60enne. La sua figlia maggiore va a vivere con lei. I due ragazzi escono a giocare il pomeriggio del 5 giugno, come è loro abitudine. Tuttavia, quella sera non tornarono a casa; alle 23,50 Filippo ha denunciato la scomparsa al locale commissariato di Gravina.

Le possibilità di ritrovare vivi i due bambini diminuiscono ogni attimo che passa, anche se le pattuglie militari continuano a cercare. Il tempo passa. La tranquillità del villaggio pugliese è stata sconvolta da storie di rapimenti di bambini da parte di orchi, nomadi e pedofili. Allo stesso tempo, le voci cominciano a diffondersi tra i genitori della famiglia.

Una canzone tradizionale

Tutti in casa, dal papà collerico alla mamma furiosa, sono sotto il microscopio. Il 5 giugno, proprio mentre Filippo stava per uscire per qualche ora, il suo cellulare si è spento. Fu allora che si diffuse la notizia del suo rapimento. L’individuo in questione diventa in un istante il centro dell’attenzione. Il padre, 41 anni, ha spento il telefono proprio prima che i suoi due figli fossero pronti a chiamarlo. Perché? Inoltre,

il 14 giugno gli inquirenti hanno richiesto l’intervento di Carlo Bui, membro dell’Unità Analisi Crimini Violenti Anticrimine. Ad agosto tre bambini si sono fatti avanti per dire che Ciccio e Tore avevano giocato con loro la notte prima della loro scomparsa. I ragazzi si sarebbero lanciati addosso palloncini pieni d’acqua nella centrale piazza delle Quattro Fontane.

Il periodo assegnato è tra le 20:50 e le 21:50. Uno dei ragazzi sostiene che se il loro papà avesse avuto una Lancia Dedra blu, i loro fratelli più piccoli avrebbero bagnato Ciccio e si sarebbero messi nei guai. Nessun altro nostro conoscente ha saputo darci riferimenti concreti, come se i fratellini fossero svaniti nel nulla. Mentre le indagini continuano, sorge un altro terrificante sospetto. Il 29 agosto il compagno di Rosa è stato arrestato per violenza sessuale su una quindicenne.

“Siamo giunti alla conclusione che siano morti, sulla base degli elementi in nostro possesso, per mano del padre.” Secondo il pubblico ministero Marzano, Filippo era stato arrestato nel novembre 2007 con l’accusa di rapimento, due casi di omicidio intenzionale aggravante i rapporti familiari e occultamento di cadavere.

Secondo questa versione dei fatti, la rabbia del padre derivava dal fatto che i due fratelli minori gli avevano disobbedito. Per quanto riguarda le indagini sui possibili omicidi dei ragazzi più giovani, la punizione è andata troppo oltre. L’autista del camion è rimasto dietro le sbarre fino al 4 aprile 2008. In realtà era febbraioY 25, poche settimane prima, che i corpi di Ciccio e Tore erano stati rimossi dalla cantina della vecchia cascina.

L’autopsia ha smentito ogni sospetto di abuso e ha accertato che sono morti per malnutrizione nel pozzo, dove potrebbero essere caduti mentre giocavano. Fu Ciccio il primo a morire dissanguato per la forza della caduta. Tore sopravvisse al fratello minore per un considerevole periodo di tempo. Morì a causa delle ferite, della fame e del freddo mentre dormiva. Nessuno in quelle desolate macerie non solo ignorò le richieste di aiuto, ma non si preoccupò nemmeno di cercare i corpi delle vittime.

Nell’aprile 2016 l’indagine si era formalmente conclusa e non era stata presentata alcuna accusa contro il padre dei bambini. Cosa è successo quella notte, quando Ciccio e Tore hanno visto il padre, cosa è successo con la “casa delle cento stanze” e il “fondo della cisterna dove è stata ritrovata la batteria di un cellulare ‘Motorola'”, e cosa è successo con il buco nel l’alibi del padre sono tutti misteri che devono ancora essere risolti.

Ciccio E Tore Storia

A conclusione delle indagini è stata raggiunta una liquidazione di 25.000 euro per danni esistenziali e di 20.000 euro per l’illegittima detenzione di Filippo. Ma Rosa sostiene che Ciccio e Tore non erano gli unici presenti quella notte; dice che c’erano altri ragazzi in giro che sarebbero stati più propensi a stare zitti se lo avessero saputo.

Secondo la madre, i ragazzi potrebbero essere ancora vivi oggi se solo i loro amici si fossero fatti avanti con le informazioni in loro possesso. In una storia straziante in cui trovare l’assassino era spesso più urgente che localizzare i due ragazzi scomparsi, ecco il tragico finale della storia.

Situata nel centro storico della Puglia, la “casa dalle cento stanze” racconta l’illustre passato della cittadina come casale abbandonato. La villa rurale della famiglia Pellicciari sembra la location perfetta per un film di fantasmi per la sua atmosfera inquietante, accentuata dalla presenza di profumi antichi, passaggi segreti, cisterne e luoghi dove risiedono ancora i morti.

I bambini giocano a rincorrersi mortalmente tra i muri fatiscenti, sperando di intravedere gli spettri, come se fosse un parco giochi improvvisato. La scomparsa e il successivo ritrovamento dei corpi dei tre ragazzini – Francesco, Salvatore, Ciccio e Torre – nella cisterna della fatiscente fattoria un tempo nobile esemplifica gli esiti tragici che possono derivare da azioni apparentemente innocue. Trovato per caso.

Michele, una bambina, stava cercando di recuperare una palla quando è scivolata ed è caduta nel pozzo dell’edificio. Quelli che sono andati a chiedere aiuto erano i suoi compagni di squadra di calcio. Nonostante i migliori sforzi dei vigili del fuoco per salvare il bambino spaventato e infreddolito, hanno scoperto due corpi ricoperti di fango mentre si tuffavano nella cisterna di raccolta dell’acqua piovana.

Quel poco che restava di Ciccio e Tore scomparve nel nulla mentre la luminosità e il suono della notte si attenuavano. La notte del rapimento, i due giovani fratelli indossavano una maglietta arancione e jeans bianchi, il che eliminava ogni possibilità di dubbio. Incredibile svolta degli eventi! L’enigma iniziato poco dopo il tramonto del sole, il 5 giugno 2006, è stato finalmente risolto.

Quando è nata la Strada della Consolazione? Tutta la scrittura era stata alimentata da un’idea. Contrariamente alle aspettative, la realtà è stata ben diversa. Il padre dell’assassino non era l’assassino; questo era chiaro. Rimase il fantasma di un disastro incomprensibile al posto di una creatura mostruosa o di un orco malvagio.

Venerdì 5 maggio 2006. Poco prima del tramonto, il fratello Francesco, di tredici anni, e il fratello Salvatore di undici, escono a giocare. È già sera tardi quando Filippo decide di bussare alla porta della questura e gridare aiuto, dopo aver convissuto per qualche tempo con la sua nuova compagna.

La sua ex moglie, Rosa Carlucci, risiedeva ora a Santeramo in Colle con il suo nuovo amante. Era preoccupato per dove fossero i loro figli e non riusciva a trovare Ciccio e Tore. Erano semplicemente scomparsi senza lasciare traccia. Con il passare del tempo, mentre i figli continuano a indagare, Filippo e Rosa iniziano a puntarsi il dito l’uno contro l’altro, trasformando la loro vita privata in un indice pubblico dove la verità potrebbe nascondersi tra i loro risentimenti.

La famiglia “difficile” è ancor più messa nell’ombra dalle voci maliziose diffuse dagli abitanti del villaggio. Le indagini seguono la strada collaudata. Ciò porta nel tempo il padre dei fratelli a essere l’assassino. La notte in cui i suoi figli erano scomparsi aveva mentito, o meglio, aveva trascurato di spiegare perché aveva spento il cellulare per due ore. Dopo aver chiamato, chiesto e bussato a tutte le porte della regione, improvvisamente smette di cercarli.

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