Walter Delogu – Al Museo Diocesano di Feltre domenica 24 ottobre alle ore 18.00 gli abitanti del quartiere di San Patrignano condivideranno la loro esperienza con la dipendenza. È stato l’autista e la guardia del corpo del fondatore Vincenzo Muccioli, ha scritto il libro Il Braccio Destro ed è presente nella serie di documentari Netflix SanPa: Lights and Darkness in San Patrignano.
Chi sono Walter e Titti Delogu, Andrea? Il tempo, San Patrignano e l’abuso di droga nel presente
La domenica alle 14:00 su Rai 1 c’è un unico appuntamento in programma, come ogni settimana. Sin dalla sua nascita, l’appartamento di Mara Venier a Domenica In ha attirato decine di milioni di telespettatori. Oggi Mara Venier darà il bentornato ai suoi ospiti della trasmissione speciale della scorsa settimana da Sanremo, in Italia.
Saranno presenti i partecipanti al concorso musicale appena concluso, vinto da Marco Mengoni, e il conduttore radiofonico ed esperto di settore musicale Andrea Delogu, il cui programma di Rai 1 ha organizzato il Prima Festival. I suoi antenati conosciuti sono Walter e Titti Peverelli. C’erano solo quaranta maschi e ho lasciato che la mia disperazione per sfuggire al mio incubo quotidiano guidasse le mie decisioni.
Da quello che possiamo raccogliere, Andrea Delogu è nato da genitori italiani nel comune di San Patrignano.
Il 23 maggio 1982 Andrea Delogu nasce nella comunità di San Patrignano, quella dei tossicodipendenti, dove i suoi genitori Walter Delogu e Titti Peverelli si erano recati per cercare conforto e recupero dalla loro dipendenza. Walter Delogu, che oggi ha 65 anni, è nato nel distretto di Sassari in Sardegna. Era l’ex assistente personale e autista di Vincenzo Muccioli nella Comunità di San Patrignano.
“Mi rifiuto di essere una vittima. I miei genitori hanno fatto un casino con i narcotici. Commettendo errori, hanno soddisfatto un bisogno. Non ho motivo di condannarli e, al contrario, mi piacciono. Andrea Delogu è stato sentito dire nel microfoni dello spettacolo Le invasioni Barbariche, “Mi hanno protetto dalla sofferenza, la sofferenza al posto mio.
Il modo in cui i bambini comunicano con i loro genitori o tutori.
È risaputo che Andrea Delogu se la cava notoriamente bene con i suoi genitori. Ancora appaltatore indipendente, ma ora responsabile delle ambulanze. Lui e sua moglie Titti attualmente vivono a Rimini. Evan, il loro secondo figlio, è il prodotto del loro amore. Sua madre, Titti Peverelli, è descritta come una timida e riservata amante dei cani che probabilmente dovrebbe essere la governante, ma di lei si sa poco altro.
A Tale of SanPa, Italy, Oggi metto la mia storia nelle mani dei giovani”, ha dichiarato Walter Delogu.
Come l’Aquila. Far emergere un fiore da quella che sembra essere una pianta morta è davvero miracoloso, come dice il proverbio. Cito dal trailer promozionale della serie televisiva SanPa, che è “abbastanza ampio per comprendere l’importanza e la complessità di una storia che ha attraversato il nostro Paese dalla fine degli anni ’70 alla metà degli anni ’90 con la scomparsa di Vincenzo Muccioli”.
Con la magnificenza di Muccioli e le parti più oscure che sono apparse in seguito, la storia della comunità di San Patrignano è stata rappresentata in tutti i suoi contrasti, in tutte le sue luci e ombre. Ho avuto la fortuna di ottenere un’intervista esclusiva con Walter Delogu, uno dei protagonisti di questa straordinaria narrazione, per AZ Informa.
Vedere l’impatto che si è prodotto sulla più grande comunità europea per il recupero dei tossicodipendenti, in cui si contestualizza anche il periodo storico del nostro Paese, è fondamentale per cogliere l’intera portata del tema in questione. Durante la metà degli anni ’80, il mondo è stato scosso da crescenti tensioni sociali, feroci lotte politiche e dall’arrivo di un nuovo male negli spazi pubblici delle nostre città: l’eroina.
Migliaia di vite di bambini sono state rovinate, migliaia di cuori innocenti sono stati schiacciati e innumerevoli genitori sono rimasti senza speranza di fronte a una crisi per la quale il governo non aveva soluzioni. Nasce così San Patrignano sulle colline riminesi, che diventano presto rifugio e accoglienza per tante anime erranti in cerca di riappropriazione della propria umanità.
Molte persone hanno opinioni forti sull’imminente spettacolo SanPa Netflix nel 2020. Un’immagine commovente che merita il merito di aver portato alla luce un drammatico incidente accaduto decenni fa ma che risuona ancora con il pubblico moderno, con tutti i necessari avvertimenti.
E per aggiungere qualche nuova informazionezione al mix, di recente ho avuto l’opportunità di chiacchierare con Walter Delogu, un “sopravvissuto”, come preferisce essere chiamato. La sua vita e la comunità di San Patrignano sono strettamente intrecciate con quella di Vincenzo Muccioli perché è lì che riscopre se stesso e diventa il più stretto collaboratore del fondatore.
Quando si affrontano le complessità della vita, è necessario andare avanti, non importa quanto alto sia il prezzo. Nel condurre questa ricerca, non è nostro compito formarci opinioni su come si è svolto l’incidente di San Patrignano, prendere una posizione o adottare un punto di vista particolare. L’obiettivo di questa vasta ricerca non è quello di estorcere informazioni a Delogu, ma di “sfruttare” la sua apertura al lavoro con i giovani.
Cosa significava per te San Patrignano, Walter Delogu?
Ho trovato un’energia davvero potente in San Patrignano e Vincenzo Muccioli, che per me ha simboleggiato la salvezza e la rigenerazione. I manicomi, veri e propri ambulatori dove il tossicodipendente veniva curato come un malato psichiatrico, erano l’unica opzione che lo Stato offriva prima di San Patrignano. Per molti anni Walter Delogu soggiornò come ospite nella zona di San Patrignano.
Dalla suspense di “SanPa” al suo trionfale ritorno, Walter Delogu
Giovedì mattina, 21 aprile, Walter Delogu ha tenuto una lettura dal suo romanzo autobiografico, “Il braccio destro”, presso l’auditorium del Liceo “Da Vinci” di Fasano. Ha co-scritto il libro con l’avvocato penalista e blogger de “il Fatto Quotidiano” Davide Grassi. Il liceo, insieme a Laura De Mola e al Fasano Mondadori Point, ha ospitato l’evento.