Oreste Spagnuolo – Al CASTELLO DEL VOLTURNO! La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha informato lo storico assassino del clan dei Casalesi Giuseppe Setola e il suo socio Oreste Spagnuolo che le loro indagini sull’omicidio di Francesco Magnano il 14 ottobre 1999, lungo la statale Domiziana, si erano concluse. Ma non era una persona cattiva fin dall’inizio.
Queste persone sono calve. “L’ex sindaco ha pagato 10.000 euro al clan”, ha dichiarato Oreste Spagnuolo, che ora si rammarica delle sue azioni.
Nella puntata odierna di Servizio Pubblico su La7, il pm Oreste Spagnuolo ha rivelato che l’ex sindaco di Calvizzano Giuseppe Granata ha pagato al clan 10.000 euro per riaprire Lido La Fiorente poco dopo l’omicidio del padre avvenuto l’11 agosto 2008. Gli investigatori ritengono che Setola abbia sparato per volere di Luigi Santoro, esponente di spicco della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, scomparso qualche anno fa.
Dopo aver rifiutato di pagare la somma richiesta, Raffaele Granata, ex proprietario del Lido La Fiorente, è stato assassinato da due sicari che lavoravano per un gruppo guidato da Giuseppe Setola del clan dei Casalesi. Oreste, SpagnaScende nei minimi particolari, a partire dal giorno prima quando un uomo detto “pasta e fasule” si è recato in spiaggia per riscuotere il pizzo e si è imbattuto nel sindaco Granata, figlio della vittima.
Se fosse rimasto fermo, lo avvertì Granata, sarebbe stata chiamata la sicurezza. Il camorrista ha denunciato l’accaduto a Setola, che ha prontamente condannato a morte l’uomo dicendo: “Domani gli faremo mangiare pasta e fagioli”. Tuttavia, suo padre ha già assunto quel ruolo.
Letizia non si aspettava di essere interrogata, così quando Spagnuolo si è offerto di tornare nel pomeriggio, è saltata giù dalla moto e ha aperto il fuoco, uccidendo Raffaele Granata in un cucinotto sulla spiaggia con 15 proiettili. Il giorno dopo, il pentito sostiene che Sindaco Granata abbia contattato uno dei rappresentanti del gruppo di Setola e si sia offerto di pagare 10.000 euro.
Setola ha progettato una botola e ha ricevuto il pagamento poche ore dopo. Il sindaco di Calvizzano era “un uomo di niente” agli occhi di Spagnuolo dopo che gli stessi che si erano presi i 10.000 euro avevano ucciso anche suo padre. Lui o lei ha urlato “É troppo” alle telecamere del servizio pubblico.
Le confessioni di un assassino. Imparato a uccidere così, dice Oreste Spagnuolo.
È qui che ci si presenta “una vita sbagliata”, quella che Oreste Spagnuolo ci informa conducendoci nella normalità mondana della morte, nella quotidianità di un killer dove le giornate sono scandite da esecuzioni e atti violenti. Ci mostra quanto sia facile trasformarsi in un assassino alla ricerca di obiettivi materiali come l’acquisto di scarpe, l’ammirazione femminile e la mancanza di autoriflessione.
Si unisce al “sistema” a causa del suo disprezzo per un’esistenza borghese, della sua sfacciataggine, della sua noia o della sua apatia. In alternativa, far parte di un gruppo. Per amore della maturità e per la corsa al potere assoluto. La gente ci ammirava. Tuttavia, il terrore ha alimentato quel rispetto. E non abbiamo certo pensato alla possibilità che “Se un giorno mi arrestano…”
le “confessioni assassine” di Spagnuolo su “Le iene Show”; parla l’ex capo dei Casalesi.
Nadia Toffa, Andrea Agresti, Matteo Viviani, Paolo Calabresi e Giulio Golia tornano a condurre “Le Iene Show” per una nuova stagione, che debutta oggi, 4 ottobre, con il secondo dei due appuntamenti settimanali. La puntata di stasera proseguirà il discorso sulla camorra con un’intervista a Oreste Spagnuolo condotta da Giulio Golia.
Spagnuolo collabora con le autorità dal 2008, quando ha deciso di voltare le spalle alla mafia dopo aver prestato servizio nel gruppo dei vigili del fuoco del capo clan dei Casalesi Giuseppe Setola. Ad esempio, il 18 settembre 2008, è stato condannato a diversi ergastoli per aver ucciso sei immigrati in una sartoria a Castelvolturno con una pistola e un mitra.
Anche il libro “Confessioni di un killer” di Daniele De Crescenzo è stato scritto in omaggio a Spagnuolo. La sua affermazione che “è bello uccidere, ti dà una sensazione di onnipotenza” è una delle più scioccanti e strazianti al mondo. Ciò significa che l’ex assassino finirà per comparire davanti alle telecamere. Stasera alle 21:10 su Italia Uno è quando devi sintonizzarti per il tuo appuntamento.
Tre condanne per Pizzo alla lavanderia dell’ospedale
Sono definitive le condanne di tre camorristi per racket nelle lavanderie ospedaliere. Patrizio Lepre, Luigi Grassia e Oreste Spagnuolo, tutti napoletani, hanno visto le loro condanne confermate dalla Corte di Cassazione. La condanna a 12 anni della Corte d’Appello di Napoli per Lepre ea 4 anni e 4 mesi per Grassia e Spagnuolo è stata confermata dalla Seconda Sezione Penale, presieduta dal gip delle “Mani Pulite” Piercamillo Davigo.
L’inchiesta in cui i tre sono stati incarcerati è stata incentrata su un accordoent tra la fazione Bidognetti del clan dei Casalesi e le cosche napoletane per spartirsi i proventi delle estorsioni alle lavanderie ospedaliere della Campania. Di conseguenza, il clan Bidognetti ha tenuto d’occhio per anni la lavanderia americana, chiedendole estorsioni tra gli 8.000 ei 12.000 euro al mese mentre serviva la clinica Pinetagrande di Castelvolturno e gli ospedali di Napoli.
L’ex sindaco si scusa dicendo: “Ho corrotto i Casalesi”. Farneticazioni, fu la risposta.
Oreste Spagnuolo, ex esponente dell’ala stragista dei Casalesi e sospettato dell’uccisione a colpi di arma da fuoco di Raffaele Granata, titolare di uno stabilimento balneare locale e padre di Giuseppe Granata, ex sindaco di Calvizzano, è uscito con nuove informazioni scioccanti. Nell’annuncio di servizio pubblico, Spagnuolo ha discusso di quanto accaduto prima, durante e dopo l’omicidio.
Secondo lui, il giorno prima dell’omicidio, lui ei suoi amici sono andati in spiaggia. Abbiamo parlato con il figlio di Granata, il quale, dopo aver visto un mio amico, ci ha mandato a fare i bagagli in modo sgarbato e ha affermato di aver chiamato la polizia. Spagnuolo sostiene che questo affronto non è stato ignorato.