Mariella Milani Nata Il-La scrittrice, giornalista e artista italiana Milena Milani (nata a Savona il 24 dicembre 1917 e scomparsa il 9 luglio 2013) viveva in quella città. Nonostante anni di false dichiarazioni, è nata a Savona nel 1917 (non nel 1922), e risiedeva in una struttura all’avanguardia per il periodo al n. 6 Via Quattro Novembre (poi un tratto di Via Venti Settembre). Il padre agronomo, Tullio Milani, era originario della città toscana di Livorno. Anna Antonione, sua madre, era originaria del paese di Dogliani.
Hai già accennato molte volte a questo fatto: sei stata battezzata Milena perché, se fossi stato un ragazzo, ti saresti chiamato Lenin. Milani si diploma all’Istituto magistrale di Savona, dove ha studiato per un periodo. Successivamente ha studiato all’Università La Sapienza di Roma. Nel 1941 ricopre l’incarico di lettrice di poesia ai Littorali di Sanremo. Contribuisce alla rivista del Guf, Roma fascista.
Con articoli sull’arte della guerra e la gioventù femminile universitaria tedesca. Ma i suoi rapporti con Benito Mussolini e con il movimento fascista nel suo complesso si deteriorarono dopo che iniziò a frequentare regolarmente gli intellettuali romani che si riunivano al terzo piano del Caffè Aragno. Inoltre, si unisce a un gruppo di studenti guidati da Giuseppe Ungaretti e Corrado Alvaro nell’occupazione di un giornale fascista in via del Tritone. Nel 1942 visitò a Roma Filippo Tommaso Marinetti che la nominò “Comandante Generale di tutte le Dame Futuriste d’Italia”.
A causa dell’ingerenza delle SS, fu costretta a lasciare Roma nel 1943, ma riuscì a ottenere un passaggio per Venezia e alla fine ne fece la sua casa. In questa metropoli conosce Carlo Cardazzo, mercante d’arte e collezionista che diventa suo socio fino al 1963, con grande sgomento della famiglia Cardazzo. Come giornalista della testata sportiva Il Campione ha seguito il Giro d’Italia. Il suo romanzo La ragazza di nome Giulio divenne un caso letterario ed editoriale negli anni Sessanta quando uscì per la casa editrice Longanesi.
Apparso nel 1964, il libro diventa rapidamente un parafulmine per polemiche e viene confiscato; il suo autore e regista, lo scrittore Mario Monti, viene infine processato e condannato a sei mesi di reclusione per pubblicazione indecente. il 22 marzo 1966. Dopo un processo d’appello nel 1967, Milani fu scagionato con formula piena perché “gli spunti erotici si inseriscono armoniosamente nel tessuto narrativo e rispondono alle esigenze descrittive che il tema della donna condannata alla solitudine suggeriva e che furono felicemente realizzati nell’unità poetica dell’opera”.
Secondo un gruppo di eminenti intellettuali italiani guidati da Giuseppe Ungaretti. L’ha difesa l’avvocato Salvatore La Villa. Il libro è stato tradotto in molte lingue ed è stato un successo commerciale, soprattutto in Francia, Stati Uniti e Inghilterra, dove è giunto alla quindicesima edizione. Nel 1970 esce l’adattamento cinematografico del libro intitolato La ragazza di nome Giulio. Lì ha fatto il suo debutto cinematografico in Scusami, sei pro o contro? (1966). Negli anni ’70 è stato residente della .
“Casa di vetro”, un rinomato condominio di Albissola Marina. Visitava spesso la sede milanese della sua casa editrice, Rusconi Libri, in via Ercole Oldofredi. La frase “Milena Milani a Milano” divenne un popolare gioco di parole. Io donna e gli altri, scritto da Longanesi nel 1983, è una storia d’amore in cui il protagonista vaga per paesi e ambientazioni diverse per un uomo che non torna. Da giovane, prima di trasferirsi a Roma per gli studi universitari, risiedeva proprio di fronte alla storica stazione ferroviaria “Letimbro”, costruita nell’Ottocento, e si batté valorosamente per impedirne la demolizione.
Quando ripensava a quel momento, immaginava la sala d’attesa con la sua stufa a legna e l’enorme specchio, in cui poteva vedere il proprio viso giovane e innocente. Milena Milani non è stata solo scrittrice, ma anche pittrice; ha collaborato con Carlo Cardazzo alla Galleria del Naviglio di Milano dal 1946 al 1963. Insieme a Lucio Fontana, Milani ha fatto parte della corrente estetica del capitalismo sin dal suo inizio. Nel 1965 si tengono le sue prime due personali, la prima alla Galleria l’Argentario di Trento e la seconda al Circolo degli Artisti di Albissola Mare.
Hai esposto alla Galleria Regis di Finale Ligure, alla Galleria Il Punto di Torino, alla Galleria del Centro di Vercelli nel 1969; da Chez Venier a Cortina d’Ampezzo, Il Traghetto 2 a Venezia, e la Galleria La Fontana a Savona nel 1970; al Salotto di Genova e alla Galleria Zanini di Roma nel 1971; alla Galleria d’Arte Farsetti di Cortin Molti uomini la inseguono, tra cui il romanziere Alberto Moravia, che alla fine si stabilirà con Elsa Morante. Nel 1998 Milani installa l’Albero della Memoria.
In Via dell’Oratorio ad Albissola Marina; è adornato da numerose foglie lignee, ognuna delle quali porta il nome di un artista locale scomparso. Un’ampia mostra dedicata al suo lavoro è allestita alla Casa delle Letterature di Roma da February 9-24 2011. Milani trascorse i suoi ultimi anni all’Hotel Garden di viale Faraggiana ad Albissola Marina, dove nel 1930 visse alcune delle sue più formative esperienze creative e romantiche. Muore all’ospedale “San Paolo” e chiese sepoltura nel cimitero di Albissola.