Giovanni Sallusti Padre

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Giovanni Sallusti Padre-Alessandro Sallusti è stato condannato a 14 mesi di reclusione per il reato di diffamazione aggravata commesso mentre era direttore del quotidiano Libero. Questa sentenza fece molto rumore e diede adito a critiche serie e condivisibili; ha però suscitato anche reazioni decisamente sopra le righe da parte di vari organi di stampa in particolare. Di conseguenza, ci ritroviamo a leggere titoli come “È disgustoso che si vada in galera per un reato di opinione”, “è un attacco alla libertà di.

Espressione tutelata dalla Costituzione”, “è la morte della libertà della stampa” e una varietà di altri titoli di natura simile. È importante tenere a mente le circostanze che hanno portato alla critica per avere un quadro preciso di quanto efficacemente queste affermazioni siano supportate da prove. All’inizio di febbraio 2007 una tredicenne torinese incinta che vuole interrompere la gravidanza e che ha il consenso della madre ma non vuole far sapere al padre, che vive separato dalla moglie, di it, ha contattato tramite i servizi sociali il Giudice Tutelare che, sentite le due donne.

Ha autorizzato la minorenne a decidere anche senza il consenso del padre. la madre della ragazza ha intentato una causa. Aveva urlato: “Se uccidi mio figlio, ti prenderò!” ma inutilmente. mi ammazzai anch’io, ma le sue minacce furono vane perché il magistrato aveva “decretato l’aborto forzato”. “Oggi”, ha continuato il commento, “la mammina è ancora madre anche se il bambino è morto, è ricoverato per malattia mentale o è in ospedale”. Se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse opportuna in una situazione, questo sarebbe il caso dei genitori.

Del ginecologo e del giudice; avrebbero dovuto affrontare due bambini, uno dei quali era stato assassinato e l’altro era impazzito.Se questi sono i fatti, è improprio e inopportuno parlare di reato di opinione e rivendicare la libertà di stampa. Entrambe queste cose sono inadatte e inappropriate. Quando i fatti sono inventati e nei confronti di una persona viene mossa un’accusa diffamatoria attribuendole un fatto criminoso (ad esempio, un magistrato che costringesse una minorenne ad abortire commetterebbe un reato gravissimo).

Questa è fuori dal campo di opinione e rasenta la diffamazione, che è un reato punibile dalla legge. La diffamazione è un reato punibile dalla legge. La libertà di espressione e la libertà di stampa sono ideali che dovrebbero essere preservati, ma anche la reputazione, l’onore e la dignità delle persone. Le persone hanno il diritto di non essere insultate o diffamate, il che può essere fatale se vengono diffuse dalla stampa. Non è esatto dire che Sallusti è stato riconosciuto colpevole di “rigorosa responsabilità” per uno scritto che è stato scritto da qualcun altro solo perché era.

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Il direttore del giornale. Se un articolo non ha una firma o è firmato da uno pseudonimo, viene indirizzato all’editore, che è ritenuto direttamente responsabile del contenuto del pezzo, fino a quando l’editore non rivela l’identità dell’autore. Tuttavia Sallusti sarebbe stato obbligato a rispondere di non averne impedito colpevolmente la pubblicazione, come prevede l’art. 57 cp. Questo anche se avesse rivelato l’identità dell’autore, cosa che non ha fatto perché non si è mai presentato davanti ai giudici. Infine, l’affermazione secondo cui.

Sallusti sarebbe il primo direttore di un quotidiano ad essere condannato per diffamazione e condannato al carcere non è veritiera. Basti ricordare, tra gli altri, Giovanni Guareschi, incarcerato per tutta la sua pena, e da ultimo Lino Jannuzzi, graziato dal Capo dello Stato a seguito del suo arresto. Entrambi questi uomini sono esempi di coloro che hanno completato le loro condanne. Legittime, invece, le proteste dei giornali e le relative iniziative contro l’attuale sistema di sanzioni, che prevede reclusione da sei mesi a tre anni per questo tipo di reati.

Questo perché l’attuale sistema prevede la reclusione da sei mesi a tre anni. E’ auspicabile che la pena della reclusione sia sostituita con sanzioni pecuniarie, con misure compensative o di altra natura, e che venga rivista la responsabilità penale dell’amministratore per omessa vigilanza. È altresì auspicabile la sostituzione della pena della reclusione con la pena dell’omissione di vigilanza. Tutti i principali quotidiani si sono affrettati a sostenere Sallusti, ritratto dalla stampa come una vittima. Forse sarebbe stato utile che qualcuno si fosse mostrato solidale con.

la vera vittima della vicenda, quella povera tredicenne che, di fronte a un problema più grande di lei, ha fatto una scelta dolorosa, confidando nell’anonimato garantito dalla legge , e viene trovata messa in piazza e umiliata da aarticolo di giornale che, pur non facendo il suo nome, la rendeva identificabile. Alessandro Sallusti, da bravo giornalista, tiene alto anche il profilo sui social. In particolare, tiene aggiornati i suoi follower su Facebook e Instagram, in particolare per quanto riguarda ciò che sta accadendo nel mondo.

Deformazione di carattere professionale per la serie. Il direttore di Libero è ampiamente considerato come una delle figure culturali dei nostri giorni che incarna la moda più all’avanguardia. Un altro motivo è che parla poco di sé, se non fosse per la parentesi della storia iniziata con un Santanchè e finita con esso. A parte questo, sono disponibili praticamente poche informazioni sulla sua vita personale.

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