Francesco Sabatini Parkinson

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Francesco Sabatini Parkinson – Il presidente onorario dell’Accademia della Crusca sottolinea i problemi del nostro sistema educativo, che sminuisce l’importanza della lingua nell’apprendimento. Stiamo assistendo a un fenomeno in cui i collegi e, livelli più avanzati, gli ordini professionali contestano pubblicamente le falle del nostro sistema educativo.

I professori nel campo del diritto esprimono spesso il loro disappunto per l’incapacità degli studenti di quella Facoltà di produrre una tesi o anche una tesina scritta in un italiano sufficientemente buono. Alla luce del fatto che avrebbero bisogno di essere rivisti, alcuni educatori hanno deciso di eliminarli del tutto.

Fu allora che i presidenti delle organizzazioni forensi di tutto il paese iniziarono a esprimere il loro disappunto per la mancanza di preparazione linguistica di molti nuovi avvocati. I concorsi che coinvolgono questo gruppo e gli aspiranti magistrati sono avvolti in una patetica oscurità. Numerose persone hanno espresso il loro disappunto per le circolari ministeriali,

i testi normativi, gli avvisi pubblici e criptici e l’enorme volume di questi documenti. Attualmente è in discussione il numero di studenti ammessi ai corsi di studi umanistici dell’Università Statale di Milano. Motivazione: personale docente inadeguato e infrastrutture di ricerca deboli. Vero su tutti i fronti a causa dei severi tagli di bilancio e delle restrizioni sull’impiego di “pezzi di ricambio”.

Le “dolci” discipline umanistiche (dolci purché non si tratti di lingue classiche, filosofia e discipline linguistiche più scientifiche) e la Facoltà di Giurisprudenza sono viste come i porti più aperti, in quanto non presidiati da precise corporazioni professionali gelose del loro prestigio e/o di potenziali redditi elevati, e questo è inteso come il caso di troppi giovani.

Tuttavia, altre scuole usano un’altra barriera per arginare l’ondata di nuovi studenti: molti corsi sono tenuti in inglese, rendendo necessario dimostrare fluidità nella lingua prima dell’iscrizione e durante gli studi. Smetti di fare giochi legali e inizia a cercare soluzioni che si applichino alla maggioranza.

Gli istituti di istruzione superiore come le università e le organizzazioni professionali spesso considerano i diplomati della nostra scuola secondaria come privi della conoscenza dell’inglese richiesta per avere successo nei loro programmi. Significato, la lingua italiana prima dello sviluppo del gergo specifico del settore.

Molti dei nostri diplomati delle scuole superiori non hanno la competenza linguistica necessaria per avere successo all’università. Cioè, la lingua italiana prima dello sviluppo di qualsiasi gergo specifico del settore. La maggior parte dei nostri diplomati delle scuole superiori non ha la competenza linguistica necessaria per avere successo all’università.

Significato, la lingua italiana prima dello sviluppo del gergo specifico del settore. Loro italiani. La mancanza di una comprensione scientifica del ruolo della lingua primaria nello sviluppo cognitivo generale è un grave problema nel sistema educativo odierno, nonostante occasionali proclami che essa sia la disciplina centrale e trasversale per tutti gli studi.

Questo è vero anche nella nostra stessa scuola, e ha molte cause, ma tutte riconducibili a una sola. Errori di formulazione sono da tempo evidenziati dalle scienze del linguaggio, ma questi non sono conosciuti né riconosciuti dalle istituzioni preposte. Ciò include la formazione universitaria dei futuri docenti, la tradizione dei nostri curricula scolastici ispirati alle “Indicazioni” ministeriali,

talvolta ritoccate, ma mai veramente ripensate, e quindi la fissazione di molti dei criteri di valutazione degli studenti. L’antica comprensione retorico-letteraria delle verità linguistiche è cruciale se vogliamo approfondire. Il potere illuminante del nostro patrimonio letterario e creativo è in parte responsabile di mantenere il nostro paese sulla mappa politica dell’Europa.

Francesco Sabatini Parkinson

Più di vent’anni fa ho scritto un lungo saggio intitolato L’italiano: dalla letteratura alla nazione. Facendo dipendere da questo fatto storico l’ampio contesto dell’educazione, che ha radici e cause antropologiche ben più profonde, nel processo educativo si introducono una serie di distorsioni. Insomma, la nostra scuola deve ancora imparare che l’italiano è la prima lingua in Italia,

e che il nostro cervello, se non vive in un ambiente ugualmente bilingue, deve usarlo per “conoscere” il mondo nel modo più vicino e più modo stabile possibile, comprendendo cose e fenomeni, e lo sviluppo del ragionamento su di essi, da quello elementare a quello più complesso, soprattutto attraverso la scrittura. Scrivere.

La scuola primaria “modernizzata” lo insegna in maniera sempre più imprecisa perché non tiene conto del complesso processo cerebrale che ne consente l’acquisizione, ovvero l’attivazione, ai fini linguistici, di un nuovo canale sensoriale, la vista, oltre all’udito, con il contributo fondamentale delle operazioni manuali. Una sottovalutazione accompagnata, da un lato,

dalla convinzione che ormai sia necessaria solo la scrittura elettronica e, dall’altro, da una volontà incontrollata di molti educatori di “andare avanti,“per insegnare al più presto la “grammatica” che ritengono necessaria fin dall’inizio , oppure per elevare il proprio ruolo e fare bella figura con gli insegnanti di media e arguzia. intanto,

sia il ragazzo che la ragazza leggono male e scrivono anche peggio, sbagliando qua e là.Non mi dilungherò nel dettaglio dei molti modi in cui l’insegnamento dell’italiano nella scuola secondaria non riesce a preparare adeguatamente gli studenti nei settori della scienza e della tecnologia. Sollevo solo il fatto che la maggior parte dei quindicenni non è in grado di leggere da sola,

nonostante il fatto che presto dovranno immergersi in un mare di testi e che molti di loro si perderanno di fronte all’effervescente letteratura contemporanea e resistente al linguaggio della matematica.Di fronte all’indifferenza di tutti i nostri ministri dell’istruzione “riformati”, che non sono intervenuti in due campi fondamentali: ottenere dall’Università una migliore preparazione per gli insegnanti di lingua italiana e revisi ng le “indicazioni” di direzione usando criteri scientifici più rigorosi, poche righe di discussione non bastano.

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