Debora Serracchiani Malattia

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Debora Serracchiani Malattia – 31 maggio, Trieste Oltre due milioni di americani convivono con gli effetti debilitanti dell’acufene. Debora Serracchiani, eurodeputata che in precedenza aveva portato la questione all’attenzione della Commissione Ue, ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute e a quello del Lavoro per chiedere un intervento per riconoscere .

“l’acufene come malattia cronica e invalidante, in modo da consentire l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza”. “L’acufene – scrive Serracchiani nella sua interrogazione – è una patologia che si manifesta nella percezione di un rumore in assenza di qualsiasi sorgente sonora esterna al proprio corpo, fenomeno sempre più frequente tra la popolazione,.

descritto con caratteristiche variabili che vengono illusoriamente percepiti come suoni irritanti e insopportabili provenienti dall’ambiente esterno.” Considerata da Serracchiani una vera e propria malattia nonostante la sua esteriore insignificanza, questa condizione “tende invece a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo la struttura psichica ed emotiva del paziente,.

la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, il lavoro, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o aggravando stati ansioso-depressivi con gravi ripercussioni sulla qualità della vita delle persone”. Il deputato Pd ricorda inoltre che “esiste un’Associazione, Tinnitus-Acufene, con sede a Udine, con oltre 2000 iscritti,.

che riferisce di ricevere un altissimo numero di richieste finalizzate ad ottenere informazioni su strutture di cura specializzate, esperti del settore, o anche semplici consigli di chi sta iniziando a fare i conti con l’acufene”. Sebbene indagini specialistiche abbiano rivelato l’esistenza di oltre due milioni di persone affette da questo tipo di malattia, .

Serracchiani rileva che questa patologia non è ancora sufficientemente identificata o adeguatamente esaminata. Quando discutono le decisioni di persone morte di cancro dopo aver rifiutato il trattamento, gli specialisti del dolore di altri perdono molto tempo con verbosità vuote.
La morte per cancro è un tormento vivente. Le persone che hanno attraversato l’inferno sui propri corpi o sui corpi dei propri cari possono scappare se scoprono “chi o cosa non c’è l’inferno” lì.

Se riesci a ottenere aiuto e trattamenti mirati a ridurre gli effetti negativi della chemioterapia, potresti essere in grado di sopravvivere ai trattamenti. Risposta apparentemente facile se non sei preoccupato per i tagli di bilancio alla sanità pubblica.Invece, il cancro fa sentire il malato come l’ultimo degli ultimi nella gerarchia delle malattie.

Il danno arrecato al suo corpo è inevitabile e, se ce la farà, dovrà “accettare con gratitudine” gli effetti negativi dei trattamenti che potrebbero essere mitigati con meno angoscia. Per avere successo, abbiamo bisogno di infrastrutture, professionisti medici e personale. Sono necessari più finanziamenti, non riduzioni.

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Invece ho sentito dire che il Ministero sta tagliando i fondi per il CRO di Aviano. Gran parte dei reparti oncologici sono gestiti in regime di day hospital poiché il paziente deve essere curato a casa, ma non tutti sono a conoscenza di questo fatto, martellato da una pubblicità che vorrebbe spacciare la soluzione più economica come il migliore.

A causa dell’alto costo delle cure ospedaliere, il paziente sarà incoraggiato a “resistere” la prossima volta che si ammala.Ad un certo punto, anch’io ero sul punto di arrendermi. Nonostante alcuni medici superficiali attribuissero gli effetti della terapia a motivi psicologici, ho resistito, e non per particolari virtù.

Anche se ci sono alcuni specialisti che scelgono di combattere i tumori a livello individuale, lasciando il paziente a un destino solitario di vagabondaggi indotti dalla chemio da un ospedale all’altro. Nonostante ciò, ho riposto la mia fiducia nelle parole del chirurgo che ha eseguito l’operazione salvavita,.

e ho avuto la fortuna di farmi aiutare dal reparto di medicina sacilese nei momenti più gravi della mia sofferenza. Per questo ho chiesto a Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, “di investire sulla ricerca, sulle persone, sui bravi medici, soprattutto sulle risorse umane, capitale fondamentale in ogni azienda, ma soprattutto nelle aziende sanitarie”.

Ho chiesto: “Perché non fai niente, perché nella nostra vita quotidiana di persone normali, il nostro diritto alla salute sembra essere progressivamente minato dai tagli economici?” ma non ho avuto risposta. Ignoralo; non importa. Il solo sapere che un paziente è ancora riconosciuto come soggetto avente diritto ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione dopo il ricovero in ospedale sarebbe sufficiente per soddisfarmi.

Oltre due milioni di americani sperimentano ogni giorno gli effetti debilitanti dell’acufene. Debora Serracchiani, deputata al Parlamento europeo, ha portato per prima la questione all’attenzione della Commissione Ue. Da allora ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute e a quello del Lavoro, chiedendo un intervento per riconoscere “l’acufene come cronico e invalidante, in modo da consentire l’inclusione.

nei livelli essenziali dell’assistenza”. cancro pur avendo accesso alle cure, dimostrano quanto tempo e fatica hanno sperperato in vuota retorica.Altri cosiddetti “esperti del dolore” mostrano quanta energia verbale hanno speso interferendo con le decisioni dei pazienti.Scoprire “chi o cosa diavolo” non è” può essere un’altra via d’uscita dal purgatorio.

Per dirla in un altro modo, questa è una tattica di evitamento. Questo vale sia che si sopporti l’inferno nel proprio corpo o nei corpi di coloro che gli sono più vicini. Potresti essere in grado di salvare il tuo life individuando servizi e rimedi atti a ridurre gli effetti sgradevoli della chemioterapia.

Questa può sembrare una soluzione semplice se il tuo paese non ha visto tagli di bilancio nella sanità pubblica.Tuttavia, un malato di cancro può sentirsi emarginato a causa dello stigma sociale associato alla malattia. In caso di sua sopravvivenza, dovrà “accettare con gratitudine” gli effetti collaterali dei trattamenti che, in alcuni.

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