Arresto Bagarella

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Arresto Bagarella – Leoluca Bagarella, della famiglia Corleonesi, è un membro della famiglia criminale di Cosa Nostra. I dettagli del suo passato, come la data e il luogo di nascita. Ora dell’arresto, durata della pena, ubicazione attuale del sospettato. Leoluca Biagio Bagarella, il suo nome completo secondo l’anagrafe di Luca, è nato il 3 febbraio 1942,

compiendo 81 anni al momento della stesura di questo documento. Fratello di Ninetta Bagarella, è il quarto figlio di Salvatore Bagarella. Calogero, suo fratello maggiore, disertò al fianco di Luciano Liggio, Tot Riina e Bernardo Provenzano, spingendo Michael a unirsi alla famiglia Corleone. Leoluca si nasconde dopo l’uccisione di Calogero nella strage di Viale Lazio del 1969.

Anche Giuseppe, un altro fratello, è stato assassinato ma ora sta scontando una pena detentiva. Ha assassinato il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo nell’agosto del 1977. Circa un anno dopo, è coinvolto nell’omicidio di Giuseppe Di Cristina, che sopravvive abbastanza a lungo da denunciarlo alla polizia.

Ha ucciso il giornalista Mario Francese nel gennaio 1979 mentre stava indagando sulle attività dei Corleonesi. Nello stesso anno, ma a luglio, Leoluca Bagarella uccide Boris Giuliano, il capo della Squadra Mobile che aveva scoperto il suo nascondiglio e stava indagando su di lui. Il 10 settembre 1979, Leoluca Bagarella fu inizialmente arrestato a Palermo per aver presentato alla polizia un documento d’identità falso.

Per lui è stato emesso un mandato di cattura nel 1980 dopo aver tentato di evadere dal carcere dell’Ucciardone con l’accusa di Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno. Nell’ambito del maxiprocesso di Palermo è stato condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa, ma la sua pena è stata ridotta a 4 anni in appello.

Uscito dal carcere nel 1990, rimane nel capoluogo siciliano e l’anno successivo sposa Vincenzina Marchese. Nel 1992 si dà nuovamente alla fuga e, dopo l’arresto di Tot Riina, assume la guida della fazione del massacro di Cosa nostra. I suoi massimi luogotenenti, Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro, e Filippo e Giuseppe Graviano,

sono tutti favorevoli a portare avanti la “strategia del massacro” che hanno ideato insieme a lui. Dopo Milano, Roma e Firenze vengono attaccate. Bagarella è stato coinvolto nell’omicidio di Ignazio Salvo; a lui si deve la morte di Vincenzo Milazzo e della sua compagna incinta Antonella. Tentativi di omicidio contro Rino Germanà, capo della polizia,

che coinvolgono Messina Denaro e Giuseppe Graviano. Dal 1993 è sospettato di essere responsabile della strage di Capaci. È responsabile di diversi omicidi, tra cui quello del nipote di Tommaso Buscetta, Domenico, nel 1995. La moglie del latitante Leoluca Bagarella si toglie la vita. Tony Calvaruso, ex autista di Bagarella e ora testimone dell’accusa,

ha detto che il suo corpo è stato seppellito su una collina in località Altarello, non lontano da Palermo. Nessuno scopre mai i suoi resti. Bagarella fu arrestato il 24 giugno 1995 a Palermo, grazie alle segnalazioni di un informatore delle forze dell’ordine che aiutò gli investigatori a localizzarlo. Da quel momento in poi sarebbe stato rinchiuso nel carcere 41 bis regime dell’Aquila.

La sua condanna all’ergastolo per l’omicidio di Boris Giuliano e la strage di Capaci è stata confermata dalla Corte di Cassazione nel 1997. È stato riconosciuto colpevole della morte per strangolamento e dissoluzione acida nel 2002 di Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino Di Matteo. Nello stesso anno legge alla classe politica un comunicato di protesta contro il duro sistema carcerario durante un’udienza alla quale partecipa in videoconferenza.

A causa della sua storia di comportamento violento, alla fine è stato trasferito nel carcere di Parma. Un altro anno è stato aggiunto alla sua condanna per aver minacciato di uccidere un boss della ‘Ndrangheta in carcere gettandogli olio bollente. Leoluca Bagarella sta ora scontando l’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Caravà e rischia un’ulteriore ergastolo per l’omicidio del vicebrigadiere Antonino Burrafato.

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Nel marzo del 2009, lui e Giuseppe Agrigento sono stati giudicati colpevoli dell’omicidio di Ignazio Di Giovanni dalla prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Palermo. Un’altra condanna all’ergastolo è stata comminata quest’anno per gli omicidi del 1977 di Simone Lo Manto e Raimondo Mulè. Per l’omicidio del giornalista Mario Francese,

sta anche scontando una condanna a 30 anni di reclusione in contumacia, insieme a Tot Riina, Michele Greco e Madonia. Leoluca Bagarella e altri 11 sono stati rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica di Palermo a fine luglio 2012 con l’accusa di “concorrenza esterna in associazione mafiosa” e “violenza o minaccia all’ente politico dello Stato”. e la mafia fa da sfondo alla richiesta. Dopo un lungo processo durato cinque anni,

il 20 aprile 2018 Bagarella è stato condannato a ventotto anni di carcere. La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha ridotto la sua pena a 27 anni nel settembre 2021 dopo aver riclassificato il reato come tentata minaccia all’Organo politico dello Stato e constatato che le accuse erano in gran parte prescritte. Dopo aver ucciso Boris Giuliano,

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