Andrea Giordana Malattia

Spargi l'amore
Andrea Giordana Malattia
Andrea Giordana Malattia

Andrea Giordana Malattia – non dormo. Forse Andrea è caduto sullo zaino o ha perso l’equilibrio. Non mi ero nemmeno reso conto che fosse in agguato dietro di me finché non ha parlato. L’uomo si è limitato a lanciare un urlo. E in quel terribile istante, la mia intera esistenza si è bloccata. Giancarlo Lanza, storico compagno di viaggio di Andrea Giordana,

sente ancora il pungolo di quella “fatlità maledetta” del giorno dopo la tragica caduta di quest’ultimo il giorno prima, sopra San Giacomo di Entracque. Domani alle 16 venite alla chiesa parrocchiale di Carassone a Mondov per i funerali di Andrea. Stasera, però, alle 19:30, reciteremo il rosario. L’età di Andrew era di 29 anni. I suoi genitori e una sorella,

con cui condivideva una casa in via Gratteria a Mondov, erano morti prima di lui. Ha lavorato per Full Service 2000, una società di servizi, e lo ha fatto per la maggior parte di un decennio. Le montagne erano il suo hobby numero uno al di fuori del lavoro. In una giornata che poteva essere come tutte le altre, Giancarlo e Andrea si sono imbarcati martedì per un viaggio,

ma che invece ha segnato il loro destino. Secondo il ricordo di Giancarlo, “tutto era come al solito”. Facevamo escursioni insieme da anni, e martedì doveva essere una normale escursione perché Andrea era un esperto di montagna. Le cose non sono andate come previsto; Andrea finì per cadere. Solo le sue grida raggiungevano le mie orecchie. A quel punto è sceso.

Avevamo appena finito di conversare sui temi tipici – la prossima riunione degli Alpini ei nostri rispettivi campi di lavoro – quando all’improvviso svanì. Il suo corpo ha percorso una distanza di 100 metri dopo essere caduto. Ho tirato fuori il telefono per chiedere aiuto, ma non c’era segnale. Il compagno ha impiegato tre ore a scendere a valle per trovare assistenza.

Andrea si è anche offerto volontario per l’organizzazione di protezione civile ANA. Così lo ricorda il presidente Giampiero Gazzano: “Un ragazzo umile e riservato”. Era un volontario regolare nei numerosi eventi del nostro gruppo. Oggi siamo addolorati per la nostra divisione. Incontra Andrea Giordana, attore di cinema, televisione e teatro che interpreta Alfio, padre catanese,

siciliano sotto il dominio fascista, alle prese con il figlio Antonio, interpretato dal vero figlio Luchino, nel prossimo spettacolo teatrale Il bell’Antonio, tratto da il romanzo di Vitaliano Brancati, in scena al Teatro Manzoni di Milano il 9 gennaio 2014. Nel 60° anniversario della morte di Brancati, padre e figlio possono sfidarsi in ruoli scritti dall’autore, noto per essere impopolare e controverso.

Antonia Brancati, figlia dello scrittore e dell’attrice recentemente scomparsa Anna Proclemer, ha adattato il romanzo per il teatro con l’aiuto dell’attrice siciliana Simona Celi, mantenendo intatta l’ambientazione originale del romanzo. Il romanzo è noto anche per l’adattamento cinematografico del 1960 di Mauro Bolognini con Marcello Mastroianni.

La conversazione a due voci rivela che Andrea e Luchino non lavorano insieme per la prima volta; in precedenza hanno recitato in Otello con la regia di Giancarlo Sepe e Il leone d’inverno con Rossella Falk. Attualmente sono in scena per attribuire maggiore complicità e veridicità alle rispettive parti. Luchino spiega come è entrato nel personaggio “vedendo una persona in faccia e dicendo ‘papà’ quando era il suo vero padre.

Andrea Giordana Malattia

Il teatro è una vocazione, ed essere in tournée necessita di interazione sociale, quindi posso portare mio padre per il cavalcare e mantenere viva la nostra relazione anche se generalmente vivo con mia moglie.Inoltre, non si comporta mai come farebbe un genitore nei miei confronti o nei confronti della mia prole artistica, mostra invece un grande interesse per quello che ho da dire.

Sta a me commentare, ma mio figlio Luchino, che interpreta Antonio, sta facendo un ottimo lavoro”, spiega Andrea. È un attore del cuore, e oggi in Italia quando si è sensibili sembra che si stia sbagliando perché la nostra società richiede che le emozioni debbano essere congelate. Invece noi due siamo emotivamente generosi e ci piace rappresentare personaggi che non siano freddi ma che esprimano sentimenti tipici della condizione umana.

Penso che parlare con i tuoi figli sia importante, non importa che ora sia, ma il tema centrale dello spettacolo è la mancanza di comunicazione tra padre e figlio in una cultura come quella siciliana, dove ai ragazzi viene insegnato a essere “piccoli conquistatori” e i loro problemi emotivi passare inascoltato. Nel secondo atto, Antonio rivela allo zio la sua vulnerabilità,

che all’epoca era inaudita per i maschi in Sicilia. Luchino dice: “Non c’è niente di pruriginoso o scabro nel testo; la presunta impotenza del carattere di Antonio non è fisiologica ma simbolica; è un’incapacità di amare, prodotta dall’istintivo disgusto per la società retrograda in cui si trova”. Anche gli altri personaggi del romanzo sono tutti perdenti e profondamente minati dall’oppressione delle convenzioni della società da cui non riescono a liberarsi;

Antonio non è interessato alla politica e alle rivoluzioni, vive le angosce nel suo intimo, e il suo modo di protestare è quello di astenersi dall’amore. Mentre Il Gattopardo è il romanzo più popolare in Europa, Andrea smentisceves che Il bell’Antonio è il secondo più letto poiché è “ricco, pieno di sfumature e di ironia, conserva il profumo dell’originale”.

ambientato nella Sicilia dell’era fascista, completo di un murale che illustra la storia dell’epoca e personaggi riccamente realizzati con storie interessanti. il romanzo è un fedele adattamento. ruoli contrastanti che offrono molte frecce all’attore. Ma cosa ha pensato suo padre quando Luchino ha voluto diventare attore e iscriversi allo Stabile di Genova?

Mio nonno, anche lui attore, diceva a mio padre: “il vero lavoro di questo lavoro è cercare lavoro”. Mio padre mi disse che non avrebbe suggerito la professione di attore al suo peggior nemico a causa dei lunghi periodi di disoccupazione. Ma i miei genitori mi incoraggiarono; mio padre mi ha instillato il senso della professionalità, della fatica della disponibilità,

Andrea Giordana Malattia
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