Vincenzo Mollica Malattia

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Vincenzo Mollica Malattia
Vincenzo Mollica Malattia

Vincenzo Mollica Malattia – Le cose a cui desidero sono gli occhi azzurri e il sorriso di mia moglie, il viso radioso di Caterina e il mio. Che lunga intervista al Corriere della Sera! Il giornalista Vincenzo Mollica, 70 anni, ora cieco, lo ha detto chiaramente. Una vita vissuta nel momento presente, una professione realizzata, bei ricordi e intimità.

Una sete inestinguibile per le avventure impreviste della vita è della massima importanza. In questa immagine onnicomprensiva viene mostrata un’ampia gamma di prospettive, alcune positive e altre negative, che potrebbero ispirare nuove gioie e nuovi modi di pensare. La malattia viene così portata innanzitutto all’attenzione di Vincenzo Mollica.

Vivere con una vista limitata e una malattia cronica

Negli ultimi anni, la salute e la vista di Mollica hanno continuato a peggiorare. Iridociclite plasta, glaucoma, uveite e morbo di Parkinson sono solo alcune delle sue condizioni mediche. È entrato nei dettagli sulla sua vasta esperienza medica, che includeva il diabete, e sulla sua autodescrizione come “abile orchestratore di medicinali” durante un precedente appuntamento.

Potenziali rischi ed effetti dell’uveite infantile

In giovane età, Mollica contrasse un’uveite, che gli fece perdere la vista completa dall’occhio sinistro. Un’ulteriore ombra è stata gettata sulla sua prospettiva di vita dal fatto che questa condizione è stata esacerbata da altre malattie visive. La notizia della sua imminente cecità lo raggiunse quando era ancora un bambino, e i suoi genitori lo portarono d’urgenza dall’oculista.

Creare una base per un futuro invisibile

Mollica, consapevole della sua fine imminente, ha impresso tutto nella memoria per affrontare il giorno in cui “cadono le tenebre”. L’idea spiritosa di essere ricordato come “Vincenzo Paperica” l’ha avuta quando ha dichiarato di voler scegliere personalmente la foto che verrà aggiunta sulla sua tomba.

Grazie alle sue prossime produzioni teatrali de “L’arte di non vedere”, che si terranno l’11 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 15 gennaio agli Arcimboldi di Milano, Vincenzo Mollica è un graditissimo ospite ospite di Radio DEEJAY.

Podcast Radio DJ di Vincenzo Mollica

Godetevi questa intervista perché vi fornirà storie interessanti, curiosità interessanti e informazioni utili. Tra gli ospiti di Radio DEEJAY c’è Vincenzo Mollica, che racconta la sua presentazione sul palco di gennaio e offre agli ascoltatori parole su cui riflettere negli studi di Via Massena. Il giornalista, scrittore,

designer e romanziere chiacchiera con Linus e Nicola Savino durante la trasmissione mattutina di Radio DEEJAY nei giorni feriali Deejay Gioca Italia, in onda dalle 10 alle 12 del mattino. Per non parlare del fatto che ricordare eventi precedenti spesso offre nuove e intriganti prospettive.

“Ho a che fare quotidianamente con tre malattie”, ha affermato Vincenzo Mollica.

Oltre ad affrontare il diabete, devo affrontare anche gli effetti della cecità e del morbo di Parkinson. I tentativi di andare avanti non sempre hanno successo, ma continuo a farlo. Al mio fianco ci sono sempre ottimismo e un carattere solare. A proposito di cecità, Vincenzo Mollica racconta anche la storia dell’amico Andrea Camilleri, lo scrittore “padre” di Montalbano scomparso nel 2019 ma rimasto cieco negli ultimi anni:

Un avvertimento da Camilleri: ricordate la combinazione di colori. Tutti e tre i colori primari dovrebbero risaltare. Durante il sonno, lucido meticolosamente le mie opere d’arte. Presto i tuoi sogni diventeranno più chiari e vividi. Una scena che è stata solo nei tuoi sogni ti sta aspettando. Gli altri miei sensi – olfatto, udito e gusto – mi hanno aiutato a navigare nel mondo nonostante la mia cecità. Quelli sono contrassegnati da un evidenziatore. Fare questo è la tua unica speranza per mantenere il tuo ottimismo. Capisco cosa stai dicendo.

Poiché lo ritengo fondamentale, ho fatto della modestia una regola fondamentale della mia vita. Un individuo senza pretese è in grado di ascoltare gli altri senza saltare alle conclusioni. Le persone non fanno più queste cose. Far sentire la propria voce è più importante che tacere. Essere aperti alla comprensione è vitale. L’importanza di una comunicazione efficace supera quella del semplice dire basta.

È molto simile a diventare un esperto improvvisatore. Era un mio forte desiderio raccontare la mia storia ad un certo punto. L’unica ragione di ciò è che non ho voglia di scrivere la mia biografia. Non sarà mai scritto da me. Un gran numero di persone ritiene che scrivere le proprie storie le aiuti a riconciliarsi con il proprio passato. In realtà mi piace quando le cose sono semplici.

Le playlist migliori sono quelle che ti vengono in mente senza chiedere conferma. Per cominciare vorrei rivolgervi un saluto pieno di speranza: “La vista mi ha dato un privilegio assoluto: quello di vedervi tutti giovani, belli e magri, e di ricordarvi così”. Guardare ciò che ho significa prima affrontare ciò che non riesco a vedere. All’interno di questo peculiare intreccio di percezione e non percezione riappariranno figure come Lucio Dalla,

Alda Merini, Fellini, Battiato e Guccini. Ha molti amici, ma il sodalizio di Vincenzo Mollica con Federico Fellini è particolarmente degno di nota. Inoltre, secondo Nicola Savino, la giornalista avrebbe scritto le scuse per impedire al cineasta di partecipare a eventi o di ritirare premi:

Avevamo il sabato libero dal suo fumetto con Milo Manara, quindi potevamo farlo. Ogni volta che qualcuno lo invitava, accettava. D’altra parte, c’erano momenti in cui non riusciva a partecipare. Nella famiglia di Fellini ci saranno stati almeno cinquanta ricoveri in ospedale. Ha poi inviato a tutti una lettera formale di scuse.

Vincenzo Mollica Malattia

Il nostro reciproco apprezzamento per i fumetti è servito come fattore unificante. Due “migliori amici” di scuola erano l’unico paragone su cui si sarebbe mosso. Tra i miei compagni di classe ho preparato l’antipasto migliore, quindi ha deciso di venire con me.

“Che tuo figlio diventerà cieco è una cosa che mi dispiace dirti.” L’oculista coinvolto nello studio ne ha informato i genitori. Poteva sentire i commenti dalla sala d’attesa, dove sedeva come un bambino di sette anni con una seria cotta per i fumetti. Se perde la vista da un occhio, alla fine perderà la vista da entrambi.

Un’altra cosa che perderà è la sua prospettiva unica sul mondo. Mentre il ricordo perdurerà, la capacità di percepirlo svanirà. È stato semplice come chiudere l’occhio destro e sono finito nel buio, afferma in un’ampia intervista al Corriere della Sera.

Ma questa non è la storia di una persona normale la cui vita è tragicamente terminata prematuramente a causa di una malattia. È vero il contrario; è un viaggio in un caleidoscopio di eventi, colori, sentimenti e strumenti. Sembra fatto su misura ora che è quasi invisibile, quasi come un film. Andrea Camilleri lo avrebbe avvertito di questo, secondo Mollica. “Ricordati sempre di non perdere la memoria dei colori”, gli disse uno scrittore affetto da glaucoma dopo aver sofferto la stessa malattia.

Quasi come se fossero reali, i tuoi sogni saranno cristallini e pieni di colore. Gli aveva detto: “La tua immaginazione sarà forte e la tua memoria ti darà tutto come se fosse proiettato su un grande schermo, con una chiarezza che non hai mai conosciuto”. E lei lo aveva lasciato con quella certezza. Questo è ciò che dice il giornalista. Esercizi di memoria incentrati su nomi, luoghi e dettagli lo hanno aiutato moltissimo. Continuò a farlo finché non cadde nel baratro, con l’occhio sinistro rivolto in basso.

Quello fu l’inizio del mio utilizzo di questa strategia. Nella mia mente potevo ancora vedere le strade, le stanze e gli alberi. Basta il loro aspetto a distinguerli. Per precauzione, ho chiuso l’occhio destro per assicurarmi che la mia memoria non avesse perso alcuna informazione. Basta dare una rapida occhiata alla folla e ai monumenti di Sanremo e Venezia per acquisire un’idea del luogo. La tua capacità di scrivere con il rigore di un giornalista è stimolante.

“Scrivevo tutto a mano, ma è da un po’ che non ci riesco più”, aggiunge. Di conseguenza, in questi giorni vedo la mia scrivania come una tabula rasa e mi siedo semplicemente per scambiare idee. Sentire, quasi vedere, l’interazione delle lettere – la seria forma della B, la vivace T – sarebbe meraviglioso.

Aveva sempre un taccuino in tasca ogni volta che usciva di casa, e non gli dispiaceva ammetterlo. Sul punto di scarabocchiare alcune idee folli. Come le seguenti parole, che la poetessa Alda Merini gli dettò dopo aver ricevuto una convocazione improvvisata: “Mi chiamò per dettare una sua poesia”. Anche questo è stato fondamentale, quindi preparati a scrivere tutto. Come un foglio di carta bianco, la sua mente ora poteva registrare qualsiasi informazione avesse bisogno di ricordare.

Vincenzo Mollica trascorreva ore e ore assorto in libri, fumetti, cartoni animati e romanzi prima ancora di avere un debole per la narrazione o di intraprendere una professione nel giornalismo. Avido fino all’estremo. L’arte era una delle sue tante passioni e ad essa si dedicava completamente nel tempo libero.

Ho coperto molta carta quando ho usato gli acquerelli. Era mia intenzione registrare la realtà così come la vedo. Volevo un disegno che assomigliasse alle foglie d’acero autunnali e il suo caratteristico giallo indiano era il tono ideale. È stata la forza trainante dietro la sua selezione di colori, dice. Alla nascita di Mollica, i suoi genitori fecero le valigie e partirono per il Canada.

Toronto era la sua prima elementare. Sulla via del ritorno in Italia si fermò nel comune di Motticella vicino a Brancaleone in Calabria per proseguire gli studi. Fino a trasferirsi a Milano per iscriversi all’Università Cattolica. Persone che hanno affrontato varie sfide nella loro vita e hanno punti di vista unici.

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