Stefano Cerri Moglie

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Stefano Cerri Moglie – Stafano Savasta ha complottato ed eseguito l’omicidio di Stefano Cerri per gelosia possessiva nei confronti di Cerri, la sua ex amante. Questa settimana su “Il terzo indizio”, scopriamo che Stefano Savasta, la figura chiave del mistero di Loano, è stato al centro dell’indagine sulla morte di Stefano Cerri da prima della scomparsa di Cerri.

In verità, quest’ultimo è scomparso senza lasciare traccia nel 2008, suscitando una diffusa preoccupazione per il suo benessere e un numero crescente di indagini su quello che le autorità sospettano essere un crimine passionale.

Solo a posteriori qualcuno si rese conto che Stefano Savasta aveva assoldato dei sicari per far fuori Cerri e poi aveva fatto sparire misteriosamente il corpo, che si presumeva sciolto nell’acido. Non è stato possibile comprendere i meccanismi dell’omicidio, inclusa la scoperta del corpo dell’assassino, finché non è stato eliminato il motore principale dell’omicidio.

La sua fidanzata, anch’essa personaggio importante nel mistero di Loano, ha puntato il dito dei sospetti contro Stefano Savasta dopo aver appreso della scomparsa di Stefano Cerri. Il socio Cerri, imprenditore milanese di 55 anni, ha recentemente concluso un matrimonio durato 15 anni con la moglie Ivana Siviero. Il suo ex fidanzato afferma che Savasta ha mantenuto la minaccia di punire brutalmente chiunque si fosse avventurato troppo vicino a lei.

Immediatamente i sospetti caddero su Stafano Savasta, con le autorità che ipotizzavano che il suo crimine fosse stato guidato dalla gelosia. Con dispiacere dell’ex di Cerri, Ivana si è trasferita a lui piuttosto rapidamente dopo la loro rottura. Ha assoldato degli assassini e li ha pagati duemila euro per uccidere il suo rivale. Dopo essere stato avvicinato fuori dall’ufficio, è stato fatto prigioniero ed è scomparso.

La condanna a morte originaria di Stefano Savasta è stata confermata in appello, ma l’uomo non è mai stato messo a morte. In realtà, dopo essere evaso dalla reclusione domiciliare, Savasta si è diretto alla stazione ferroviaria di Verona. Una scelta insensata che si è conclusa con la morte quando è crollato sulla banchina della stazione per un infarto.

La famiglia di Cerri ha finalmente ricevuto il suo corpo, scomparso da sei anni, dopo che uno degli assassini ha finalmente ceduto e ha raccontato alla polizia la verità su quella notte.

Sede della Terza Sezione della Squadra Mobile di Milano. Sono attualmente le 5.30 del pomeriggio. Il freddo di dicembre ha ghiacciato il pavé di via Fatebenefratelli. Tre clienti hanno preso posto durante l’attesa. L’unico mobile in questa stanza è il letto. L’atmosfera è ammuffita. La signorina si rivolge ad uno dei ragazzi e gli chiede: “Vuoi dire che non mi ha mai insultato?”

Adesso continua: “E ora non dirmi che non era geloso, ossessivo e possessivo”. La sua testa dondola su e giù. Poi lancia un’occhiataccia all’altro uomo, affermando: “Avresti dovuto farti gli affari tuoi, ho lasciato la tua vita qualche tempo prima del 24 novembre 2006, hai continuato, hai continuato.” “Mimi avevano detto che non mi avreste lasciato”, disse loro. La cosa successiva che sa è che un agente di polizia lo sta chiamando. La prima coppia maschile e femminile è ancora presente.

La discussione continua. Per favore, non cercare di convincermi del contrario, ma sono sicura che lo odiava perché credeva che lo avessi lasciato per lui. Ripeté per la dodicesima volta: “Mancano ancora una dozzina di giorni; dove sarai?”” Silenzio. Tuttavia, la questione deve ancora essere risolta. Dato che nessuno sarebbe riuscito a mantenere segreto un rapimento per dieci giorni, dovettero nascondersi.

Questo è il retroscena che fa luce sulla scomparsa e la presunta morte dell’imprenditore italiano Stefano Cerri, avvenuta la sera del 10 dicembre 2008. Stefano Savasta, che ha avviato il caso, e i tre assassini condannati,i dominicani Marthy Hernandez Rodriguez,Omar Calcano Manzueta, e Francisco Frias Sanchez , sono stati tutti condannati all’ergastolo dalla Corte. Il resoconto dell’agenzia viene consegnato alla fine del 28 maggio 2012.

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Tuttavia, c’è di più in questa storia di quanto sembri. Ricorda la “Comedie humaine” di Balzac, ma è ambientato nella squallida periferia di Milano all’inizio del millennio. E lo si capisce, al di là della sentenza, dopo aver letto e riletto le oltre 600 pagine dell’atto di accusa del pubblico ministero fiorentino Antonio Sangermano, duro, preparato, capace,

in due giorni di parole e sentenze serrate, di strappare questa storia dalla brutale cronologia degli eventi e vestendolo con un panno universale. I sentimenti di amore e di odio coesistono fianco a fianco. Persone che si trovano su entrambe le estremità del sistema di giustizia penale. Al centro c’è un amore indistruttibile che porta alla rovina sia l’amante che la persona amata quando viene fatto a pezzi.

Torniamo alla Questura di Milano. Uno dei due uomini si chiama Stefano Savasta. Per lui l’altra persona è come un fiduciario. Bruno La Marca è stato incarcerato per reati di traffico di droga. D’altronde lei si chiama Ivana Siviero, e di mestiere fa la segretaria. È lei che ha una relazione qui. Interpreta il ruolo senza intoppi per anni nonostante abbia ricevuto minacce di morte e aggressioni fisiche. Nel nostro mondo, una svolta di qualsiasi entità significa che non cambia nulla.

Fino al momento in cui Siviero lascia Savasta. La prossima cosa che sai, l’intera stla rottura sta crollando. È la scintilla che incendia la cenere della rovina. In Savasta, «la fine di quel rapporto dà luogo a un climax ascendente di condotte persecutorie, minacciose, ritorsioni, estorsioni e dannose», come nota Sangermano. Savasta risponde così. Tuttavia, dopo essere fuggita dall’incubo, inizia a vedere Stefano Cerri.

Questo triangolo proietta una piccola storia locale nello spazio riservato alle notizie globali, definendo relazioni e consolidando personalità. Savasta, che “alterna, in modo palesemente patologico, la propria propensione all’elaborazione intellettuale farraginosa con una sorta di ingenuità guascona,

figlia della necessità di “incutere timore” e di “rivendicare” la paternità delle azioni criminose commesse “via” i servizi di un folto gruppo di fiduciari”, tra cui tutti, dagli spacciatori ai bambini rom, è uno dei personaggi principali. scopano” la moglie. Ovvero, in altre parole, “piccole perversioni” rispetto alla norma. Questo non è di Savasta.

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