Sara Simeoni Malattia-La saltatrice in alto italiana Sara Simeoni ha vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi estive del 1980 a Mosca. Nasce a Rivoli Veronese il 19 aprile 1953. Vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi estive del 1980 e di due argenti nel 1976 e nel 1984. Nel 1978, lo stesso anno in cui vince il titolo europeo, stabilisce un nuovo record mondiale nella il salto in alto superando due volte 2,01 metri.
È stata anche incoronata quattro volte campionessa europea indoor e ha vinto due medaglie d’oro alle Universiadi e due medaglie d’oro ai Giochi del Mediterraneo. È stata campionessa nazionale italiana per un totale di quattordici volte e ha detenuto il record nazionale per 36 anni, dal 12 agosto 1971 all’8 giugno 2007, quando Antonietta Di Martino lo ha battuto. Insieme ad Alberto Tomba, è stata scelta come .
“Atleta del Centenario” nel 2014 per celebrare il centenario del CONI. È nata a Rivoli Veronese e ha iniziato rapidamente a frequentare le piattaforme atletiche, dove si vestiva nella nuova moda Fosbury. Prima arrivò l’istruttore di salto in alto Bragagnolo, e poi il suo futuro marito e allenatore, il saltatore in alto Erminio Azzaro. La tecnica e la perseveranza erano le sue più grandi risorse; l’hanno aiutata a stabilire un record italiano junior di tutti i tempi.
Ha gareggiato contro Rosemarie Ackermann e Ulrike Meyfarth, due atlete tedesche che erano feroci concorrenti, e alla fine ha superato il muro dei 2 metri negli eventi più cruciali, sia all’interno che all’esterno. Durante una competizione atletica tra la nazionale italiana e quella polacca il 4 agosto 1978 a Brescia, ha battuto il record del mondo di due piedi e un pollice. Perché all’assenza della Rai, si è creduto inizialmente che sarebbero sopravvissute solo le immagini come testimonianza.
Visiva di questa performance; tuttavia, trent’anni dopo, il film è stato scoperto negli archivi di una televisione locale. Ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Mosca nel 1980 e due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici di Montreal nel 1976 e Los Angeles nel 1984. Ha anche vinto la medaglia d’oro ai Campionati Europei e due medaglie di bronzo ai Campionati Europei. Ha vinto la medaglia d’oro ai Campionati Europei Indoor e due vittorie alle Universiadi e ai .
Giochi del Mediterraneo. Ha portato la bandiera olimpica alla cerimonia di apertura a Los Angeles, e poi ancora il 26 febbraio 2006, a Torino, come una delle otto atlete italiane. Queste due cerimonie hanno segnato la fine dei XX Giochi Olimpici Invernali. Ha anche fornito la voce fuori campo per le sigle di film TV, cartoni animati e serie che sono state pubblicate nel 1988 e nel 1990 nell’album Bimbo Hit. Tifosa del Chievo dal 2014, si è dichiarata tale quell’anno.
Dal 2017 è vicepresidente del comitato regionale della Fidal Veneto. Questo è stato per la puntata dell’estate 2021 del programma di Rai 2 Il cerchio degli anelli, in cui ha offerto il suo pensiero sui Giochi di Tokyo. Il 20 dicembre 2021 ha co-condotto la diretta su Rai 2 dell’evento di assegnazione dei Collari d’Oro al Merito Sportivo 2021 con Andrea Fusco e Arianna Secondini. [9] Per i Mondiali in Qatar dell’anno successivo è apparso anche su Il Circolo degli Mondo, in onda su Rai 1.
Si esibisce in Ballando con le Stelle di Milly Carlucci il 2 dicembre 2022. Articolo del 2002 di Samuele Bersani Che bella vita! Nel ritornello vengono nominati anche Sara Simeoni e Pietro Mennea. In questo giorno di ottobre 2017, sto supervisionando gli alunni della seconda media da un posto accanto al campo da calcio a 5 del parco giochi. Senza di me, non sarebbero mai riusciti a sfuggire ai confini dell’accademia.
Anche se tremo per il freddo, il clima favorevole di quest’anno è una benedizione. Prego di non ammalarmi. L’ex detentore del record mondiale di salto in alto e Grande Ufficiale della Repubblica Italiana riempie le crepe e prende una pillola fredda mentre contempla la pensione. Inizia alle 7:55 e continua fino alle 14:00 (o fino a quando suona la campanella). Lo racconta Una vida al alto di Sara Simeoni, 69 anni, vincitrice olimpica di salto in alto di Mosca nel 1980.
Significava ricominciare da capo l’intero processo. In primo luogo, ho dovuto verificare le mie capacità di insegnamento completando un anno di prova. Sebbene il mio sostituto facesse l’insegnamento vero e proprio, dovevo comunque essere presente e presentarmi, tra le altre cose, andando in palestra. Prima ci eravamo divisi il lavoro, ma alla fine era tutto suo. Di conseguenza ho potuto andare in pensione serenamente Bisogna stare attenti se gli allievi sono feriti.
Bisogna essere super assicurati… l’istruttore deve compilare i documenti per tutto, la burocrazia consuma quasi tanto tempo quanto si riesce ad impegnare se stessi a istruzioni reali e corrette. Molto . Quando è stato il mio turno di insegnare, ho chiesto agli studenti di eseguire cose che i loro coetanei avrebbero potuto evitare di fare per codardia. Erano veramente coscienziosi; erano ansiosi di fare cose nuove, ma hanno ascoltato i miei avvertimenti di stare attenti a causa.
Del caldo e della possibilità di lesioni. Per quanto mi sia divertito, sono stato sostituito quando è arrivato il momento di suonare all’Arena perché ritenuto troppo alto e in disaccordo con il resto dell’ensemble. Ero consapevole delnon sarebbe un’altra puntata. La scuola è in gran parte responsabile di questo felice incidente. Quando ero alle medie, si sparse la voce che una squadra.
Sportiva professionistica usasse la nostra palestra per gli allenamenti. Non siamo nemmeno riusciti a identificarlo. L’abbiamo provato con un gruppo di amici ed è stato un ottimo modo per socializzare e divertirsi. La pista era ancora in terra battuta, la fossa era di sabbia e non c’erano letti quando ho visitato il campo scuola Basso Acquar a Verona. Non così all’avanguardia come i gadget di oggi, certo.