Pino Rinaldi-Il fumettista italiano Pino Rinaldi Gravina è nato in Puglia il 31 luglio 1957 ed è morto a Roma il 18 aprile 2018. Pino Rinaldi è stato un grande fan dei fumetti di supereroi americani sin da quando era bambino. I suoi creatori preferiti sono John Buscema (in particolare Silver Surfer) e Neal Adams, per i quali ammira l’interazione tra arte e storia. All’epoca in cui si avvicinava il decennio degli anni ’70.
l’autore fece la sua prima incursione nel mondo del lavoro come grafico per l’industria pubblicitaria. A partire dal 1980, insieme al fratello Rino, inizia una lunga collaborazione con Eura Editoriale (ventitré racconti su Skorpio e tre su Lanciostory, tutti pubblicati tra il 1980 e il 1983). Contemporaneamente collabora a due periodici, uno edito da Il Momento (1982) e intitolato 1984, e un altro intitolato Boy Music (1982), settimanale di Rizzoli (1983).
Omega, un progetto per una narrazione raccontata a colori, è stato accantonato quando l’editore originale, 1984, ha cessato l’attività; è stato pubblicato solo nel 2010 dall’editore genovese Lo Vecchio. In questo periodo, ha avuto problemi a far approvare il suo stile “troppo americano”, quindi si allontana dai fumetti per pensarci. Dopo una pausa dal mezzo, è tornato ai fumetti nel 1989 con Martin Mystère della Sergio Bonelli Editore (numeri 92 e 93) e un episodio di Nathan Never (anche se quest’ultimo è stato pesantemente rielaborato dagli artisti di Bonelli).
Usando lo pseudonimo di “Paolo Renzi”, ha disegnato le copertine per i volumi da 3 a 15 delle edizioni di Daniel della Max Bunker Press nel 1992. Di conseguenza, ha iniziato a lavorare con la Marvel UK nel 1993 alla miniserie Wild Angel, che è stata successivamente ristampato in Italia nel 1995, alla ricerca di sbocchi che gli permettessero di stabilire una voce artistica più distintiva. Nel 1994 ha illustrato il libro 0 e 5 volumi regolari di Dagon per l’editore romano Fenix.
Dopo aver ottenuto un lavoro alla Marvel Comics, ha disegnato quattro episodi della serie ClanDestine, che ha continuato a disegnare quando Alan Davis l’ha abbandonata. L’edizione italiana di Freedom si intitolava Libertà. Nel frattempo, lui e Dante Bastianoni lavorano a turno alla serie Fantastic Force, di cui è responsabile del quarto episodio (in onda il 4 febbraio 1995) e dei finali di diversi episodi futuri. Queste sono le matite per Ultraverse vs. X-Men, Ultraforce No. 4.
Captain America No. 453 con parole di Mark Waid, Thor No. 498 con parole di Warren Ellis e Phoenix Aftermath No. 5 con parole di Jason Aaron. Inedito fino ad ora è un album autonomo basato su testi di Jean Marc DeMatteis che avrebbe dovuto accompagnare la rinascita di Doctor Strange. Dopo il periodo negli Stati Uniti, Rinaldi è tornato a lavorare con Eura Editoriale, questa volta come scrittore a pieno titolo. Di conseguenza, è emersa l’idea per il film Agenzia X (2000).
Che segue una squadra di agenti futuristici mentre affrontano casi più difficili. Successivamente sono arrivati i libri Willard the Witch (2002), la serie Twee-Van-poor (2001) e Wizzie the Witch (2001). (2003). Per il 50° anniversario di Kriminal e Satanik, l’editore 1000VolteMeglio Publishing gli ha commissionato la realizzazione delle copertine dei numeri speciali che segnano le pietre miliari. Gli è stato diagnosticato un cancro al pancreas all’inizio del 2018.
Nell’aprile di quell’anno, all’età di 60 anni, è deceduto. Il Premio Ostia per giovani autori di fumetti gli è stato conferito nel 1975, quando aveva appena diciotto anni. Durante l’International Comics Expo del 1994, è stato premiato con lo Yellow Child Award. Studiosi e uomini colti iniziarono a leggere fumetti all’inizio degli anni ’60. Era la prima volta che i fumetti, che in precedenza erano stati visti come una forma marginale di espressione e un fenomeno di sottocultura “popolare”, venivano trattati anche come materia accademica.
La pubblicazione di saggi da parte di editori “seri”, come quelli di Carlo della Corte e Umberto Eco, fu il primo segnale di questo crescente interesse. Più tardi, con Linus come catalizzatore, i fumetti “di alto livello” iniziarono ad apparire sulla stampa. Questa spinta editoriale ha coinciso con l’emergere di saloni incentrati sui fumetti. Facoltà universitarie, giornalisti, critici, accademici e talvolta semplici fan costituivano il gruppo che si imbarcò in questa avventura.
L’Archivio Internazionale della Stampa di Fumetti è stato istituito dal Professor Luigi Volpicelli presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Roma, ed è stato il punto focale di questo gruppo di studiosi. Un gruppo di appassionati di fumetti a Bordighera nel 1964 ebbe l’idea di organizzare un evento simile all’annuale Salone Internazionale dell’Umorismo del Fumetto; Romano Calisi, il giovane assistente della leggenda del fumetto Volpicelli.
Ha offerto il supporto dell’Archivio Internazionale e ha chiesto a Claudio Bertieri di aiutarlo nell’organizzazione. Questi sostenitori si sono poi avvalsi dell’aiuto di altri come Umberto Eco. Nel febbraio 1965 si svolse a Bordighera l’edizione inaugurale; è stata la prima mostra mondiale di fumetti ovunque. Fu così efficace che una vignetta di Al Capp apparve sulla copertina della rivista statunitense Life.
Eppure Bordighera’ L’anno successivo il governo municipale del governo ha rifiutato di aumentare il proprio sostegno finanziario al progetto. Volpicelli, dopo aver contattato il sindaco di Lucca, Giovanni Martinelli, e aver appreso della disponibilità della città, portò il Salone nella città toscana nel 1966. Calisi e Rinaldo Traini iniziarono ad allestire il Salone in concomitanza con questa edizione. Dopo che Calisi si è dimesso da direttore dopo il Salone.Traini del 1968 è subentrato.
Dal 1969 la manifestazione è gestita da “Immagine – Centro di Studi Iconografici”, associazione culturale senza scopo di lucro finanziata e sostenuta dall’Università di Roma, proprietaria dei marchi (dell’evento e dei premi assegnati, Yellow Kid ) nonché tutto il materiale realizzato nel corso dell’attività, comprese le registrazioni, i disegni, i marchi, le foto, i cimeli, i progetti, i regali, i video, i filmati e gli archivi bibliografici. Nel 1967, il festival si espanse per includere la consegna di premi culturali come la medaglia Yellow Child.