Niko Pandetta Wikipedia

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Niko Pandetta Wikipedia– In tenera età compie il suo primo delitto di mafia, rubando un crocifisso d’oro all’arcivescovo di Trapani fingendosi investito dall’automobile su cui viaggiava il prelato. Fu presto catturato, ma le sue azioni gli avevano già fatto guadagnare il rispetto come “capace” tra l’élite catanese. Alla morte di Salvatore Pillera, detto comunemente “Turi Cachiti”, lasciò la sua fortuna al suo figlioccio ed erede Salvatore Cappello. Dopo la prigionia del primo nel 1986, il secondo consacra il giovane e spietato sovrano Cappello come nuovo reggente del clan.

La nomina da parte del Pillera del giovane Cappello a nuovo reggente e rappresentante del clan scatenò numerose faide interne; Giuseppe Sciuto, detto anche Pippo Tigna, e altri membri del clan alleato, tra cui Gaetano Laudani, non accettarono la decisione di Pillera e, a loro volta, contestarono la decisione definitiva di Giuseppe Salvo ‘u carruzzeri. Giuseppe Salvo diede pieno appoggio al cugino Salvatore Cappello e divenne il nuovo capofamiglia. Questa decisione ha sconvolto la dinamica della banda e ha scatenato una prolungata lite. Il giovane leader è stato imprigionato nel 1988 insieme ad altre figure importanti come Corrado Favara,

Arturo Caltabiano e Agatino Di Bella. Ha lasciato la prigione con i permessi rilasciati dal tribunale e non è più tornato, diventando un latitante. Iniziò un conflitto che uccise molte persone del Clan Laudani, detto anche “mussi ‘i ficurinia”. Quando Cappello fu arrestato per l’omicidio di Antonino “Nino” Pace nel Canalicchio, i Laudani si vendicarono trasversalmente uccidendo Santo Cappello, fratello di quest’ultimo, del tutto estraneo alla malavita catanese. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, i dissidi interni alla famiglia Pillera determinano lo scioglimento definitivo del gruppo Pillera-Cappello.

Molti dei membri più potenti del clan, in particolare Giuseppe Salvo u’ carruzzeri e l’adolescente Turi Cappello, decisero di mettersi in proprio e formare un nuovo clan durante la detenzione nel 1992. Per evitare ulteriori pressioni da parte della polizia, Cappello decise di hanno il nome del clan portato da Jimmy Miano, ex capo del clan “Cursoti Milanese”. Tuttavia alcuni giovani capigruppo del clan, come Giuseppe Cutaia, Giuseppe Salvatore Lombardo e Riccardo Ferrara, non erano d’accordo con questo progetto, e così nacque definitivamente all’interno del carcere il clan che porta il nome del boss mafioso catanese Turi Cappello.

Questa alleanza è stata elogiata da colui che è stato definito uno dei boss della ‘Ndrangheta più influenti di tutta la Calabria. Alcuni pentiti e fonti giudiziarie hanno rivelato che a capo del clan Salvo/Carruzzeri è il famigerato boss ergastolano Giuseppe Salvo, detto nel quartiere anche “Pippo ‘u carruzzeri”. Ignazio Bonaccorsi, noto con il suo soprannome “u carrateddu”, è un personaggio notevole che viene dopo. L’8 febbraio 1992 a Napoli, le autorità arrestarono il giovane boss Turi Cappello e un altro esponente di spicco del clan, Ignazio Bonaccorsi,

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detto anche “‘u carateddu” in quanto capo del gruppo carateddi, che era il gruppo armato ala del clan Cappello. Pare che oggi il boss sia detenuto presso il carcere di Cuneo, dove è sottoposto al rigido regime del 41 bis. Niko Pandetta, nei panni di Vincenzo Pandetta, è un musicista e nativo di Catania di 31 anni che è stato recentemente incarcerato per spaccio di droga a Milano. Per favore, non prenderci, maresciallo “Niko Pandetta è una delle meteore della musica trap-melodica nel circuito musicale, grazie alle sue melodie orecchiabili e ai continui riferimenti alla malavita.

Il performer 31enne, il cui vero nome è Vincenzo Pandetta, nato a Catania ma da allora si è esibito in tutta Italia e in Spagna.Gli addetti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Milano hanno localizzato l’artista nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro dopo aver ricevuto una soffiata su una condanna per spaccio di droga che il musicista aveva pubblicato sui social network.Il suo nome ha fatto scalpore nella provincia siciliana per via dei legami familiari con Salvatore Turi Cappello, mafioso 41 bis a cui ha dedicato una canzone.

Negli ultimi anni si è fatto conoscere per le sue apparizioni televisive, in particolare nel programma “Realiti”, dove ha fatto polemiche contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e online per la sua hit “Pistole della Fendi”, che ha riscosso oltre 35 milioni di visualizzazioni su YouTube. Vincenzo Pandetta è una delle figure più controverse della storia recente della scena trap melodica, avendo raggiunto il successo attraverso la combinazione di un background musicale neo-melodico e la creazione di un personaggio sui generis che ha grottescamente copiato i canoni linguistici della trap.

Tuttavia, è difficile trascurare il fatto che il cantante abbia trascorso una notevole quantità di tempo dietro le sbarre per spaccio di droga e che questo processo di narrazione criminale abbia avuto origine da quel periodo. Nel frattempo, Niko Pandetta si è sistemato con una famiglia, tra cuiuna figlia di otto anni di nome “Ninna Nanna O”, che le ha dedicato alla sua uscita nel 2017. Secondo Turi, ex capo di Cosa Nostra catanese, in carcere dal 1993 in regime di 41 bis a causa dei suoi legami con Salvatore Cappello, i due avrebbero un rapporto molto pubblico e noto.

Tra il 2017 e il 2018, Niko Pandetta ha pubblicato due album – “It begin from here” e “Tritolo” – che alla fine cambieranno la sua direzione artistica dopo anni di sperimentazione con la musica neo-melodica. Entrambi i progetti, che sono ancora quasi interamente neo-melodici, stanno prendendo piede su Spotify mentre la discografia nazionale vive l’onda d’urto della trap del 2016. I precedenti anni di trappola in Italia forniscono lo sfondo perfetto per mostrare una narrativa criminale intrecciata con potenti simboli di autorità come le armi e la famiglia.

La sua svolta arriverà nel 2020 con l’uscita di “Omnia”, che coinciderà con l’ascesa meteorica del reggaeton latino per tutta l’estate e l’uso dell’autotune per rendere la sua storia ancora più melodica. Ma bisogna essere accerchiati da quei pentiti al 41 bis per cogliere le origini dei fenomeni Pandetta. la scena italiana, e l’uscita nel 2022 di “Bella vita”, che è quasi un lato B del progetto precedente ed è uno dei progetti da osservare e studiare per capire dove sta andando la musica neomelodica.

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