Maurizio Mannoni Malattia 2022 – Il predominio del mercato, la dittatura dell’Auditel e l’egoismo di alcuni conduttori stanno abbassando il livello dell’analisi del servizio pubblico. Tuttavia, il ritorno alla televisione pre-censura che si basava solo sui controlli del volume potrebbe essere sufficiente. Lo stato dei dati Rai è caotico. Una grande delusione per chi anticipava una Rai “draghiana”,
motivata da una più forte “passione” per la ricerca approfondita dei temi in questione, che trasudasse autorevolezza e credibilità. Fare qualcosa di importante per il pubblico. Assolutamente no. Sul Corriere della Sera, Alberto Barachini, presidente dell’Organismo di Vigilanza parlamentare della Rai, ha lamentato che la rete è stata “al peggio” nel periodo più tragico della storia recente,
quando “l’informazione è stata declassata a finzione”. In generale – e qui non si parla solo di Rai – i talk show, sempre più programmi, sono sempre più visti come fiction piuttosto che come momenti di informazione, dibattito e approfondimento. Questo spostamento è in atto da anni sulle reti Mediaset e successivamente su La7 ,
ma solo di recente si è esteso al principale programma di informazione del servizio pubblico, “Cartabianca” di Rai3. Come “DiMarted” di La7 e i talk show serali di Rete4, “Cartabianca” prende a modello la storica soap di Rai3 “Un posto al sole”, in cui il pubblico conosce le dinamiche, i tic, i vizi e le virtù dei singoli personaggi e sono così a loro agio nell’attaccarsi o detestare questo o quello e anticipare gli sviluppi della storia. E allora,
vediamo se la perdita della leadership di Luisella Costamagna ha qualche effetto positivo sulla trattativa E così, da “Bianchina”, arriva la maschera putiniana di Alessandro Orsini, il perennemente arrabbiato Massimo Cacciari, il peloso Mauro Corona, il forzato Andrea Scanzi, l’eclettico cognato del presentatore, e tutta una schiera di altri veri e propri “tipi”,
proprio come nella commedia dell’arte. Di conseguenza, i “personaggi”, ognuno dei quali ha un proprio prezzo (Orsini valeva 2.000 euro a puntata), tendono ad essere sempre più “personaggi” in modo che il loro prezzo possa salire. Questa “informazione”, che non è più nemmeno infotainment ma teatro di varietà, è ormai diventata un mercato nel senso proprio del termine.
Nelle parole di Bianca Berlinguer, “se non li paghiamo, vanno alla concorrenza: Del resto, lasciateli andare; la Rai ne troverà di migliori. Questa ossequio al mercato, la tirannia dell’Auditel, e la vanità di certi conduttori è ciò che alla fine distrugge l’azienda e la mette alla pari delle tv commerciali in termini di logica ed estetica.Ancora Barachini,
che ha giustamente lavorato per trovare regole che garantissero qualità ai colloqui, ha scritto: “Dobbiamo restituire al pubblico servizio la forza e il coraggio di esercitare il controllo editoriale – che non ha nulla a che fare con la censura» per “tutelare il reale pluralismo e la trasparenza dell’informazione”. Chi dirige Berlinguer è un mistero.
Un ex collega di Maurizio Mannoni al Tg3 ha fatto una volta l’acuta osservazione che «basterebbe tornare alla tv di una volta, con direttori di rete, responsabili di struttura e autori come si deve , per evitare la dittatura assoluta del conduttore”; insomma, basta poco. Non avrebbe senso che il Consiglio di Amministrazione chiedesse ai vertici della rete di frenare il tempo dei riflettori dei conduttori?
sembra che dopo un primo tempo segnato da un certo nuovo vigore, sia subentrato quel tipo di torpore tipico della cronaca, frutto di una mancanza di iniziativa, la normale routine, «e basta, buona giornata». e unica eccezione è il Tg1 di Monica Maggioni, che si sforza di rivitalizzarsi. I bravi cronisti si trovano in qualsiasi testata.
Stando così le cose, dove vanno a finire? Noi la vediamo come l’inchiesta centrale. Anche i cinque- festa festa non poteva salvarci dalla nostra stessa stupidità y, altro che “Rai draghiana”. Due membri del consiglio di vigilanza, Michele Anzaldi e Valeria Fedeli, hanno giustamente stigmatizzato l’incredibile caso del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano,
andato ad arringare sul palco della tre giorni milanese di Fratelli d’Italia: forse immagina il suo prossimo futuro in politica, ma se è così, non lo dimostri tanto. E fino ad allora, guida la carica come direttore, che è un ruolo significativo in sé e per sé. D’altronde, la campagna elettorale vera e propria è in corso ora? Ottobre 2020: malattia di Maurizio Mannoni;
dobbiamo accendere la radio. Maurizio Mannoni è salito sul palco dopo l’ennesimo ritardo di “Cartabianca” per sfogare le sue frustrazioni davanti al pubblico. Ieri sera, 27 aprile, Bianca Berlinguer è arrivata con dieci minuti di ritardo nel dare alla collega la battuta di “Linea Notte”. È stato un errore incredibilmente imbarazzante per il giornalista.
Le battaglie di Art Attack che trasmettiamo con ingiustificabile zelo sono della massima importanza. Non ho idea di come questo superamento possa essere stato consentito e le nostre opinioni non potrebbero essere più divergenti. Lo sfogo molto acceso della serata recita: “Noi go in onda perché ci sentiamo obbligati.”
Sembra che lo faccia più per odio nei suoi confronti che per desiderio di rendere un servizio a qualcuno. Nonostante tutto, ti ho comunque concesso l’opportunità di andare in radio con me stasera. I suoi ritmi iper-inclinanti, il tono vocale baritonale e monocorde e le finali prolungate che richiedono tempo contribuiscono tutti alla sensazione generale di: Ehhhhh,
Purtroppoooo. Con la sua spinta, si chiede se potrebbe farcela in politica. Immagina se ogni giorno dovesse pubblicare annunci in una zona diversa della Liguria. No, sarebbe uno spreco. Meglio aspettare e suonare in una regione molto affollata, come la sua città natale. doveva mettere fine all’idea che mi vedeva disponibile a un bando per le elezioni regionali in Liguria” Come svanisce in fretta la bellezza del mondo. Non avevo nemmeno 100 ore per candidarmi… Intanto,
