Giovanni Melise Napoli – Ci sono stati molti cambiamenti nei capocannonieri dopo la terza giornata del torneo regionale. Al Cus Avellino, Suarato ha staccato Ferraioli, che prima era in testa. Melise e Piccolo sono vicinissime, avendo segnato rispettivamente tre e due gol contro Agostino Lettieri e Terzigno. Campolongo scala la classifica rossonera, grazie a cinque gol e doppietta.
Quindici persone sono state arrestate in Italia e in Spagna per traffico di veicoli rubati. I carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata, unitamente alle altre organizzazioni territoriali competenti, hanno condotto l’operazione che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone che sono risultate tutte interessate.
I detenuti erano Vincenzo Gentile di 36 anni, Liberato Spera di 55 anni, Luigi Milano di 31 anni, Rosario Bozzanga di 31 anni e Biagio Melise di 48 anni. Sono accusati a vario titolo di aver partecipato ad un’associazione a delinquere che si occupava di vendita illegale di armi e refurtiva con l’ausilio di un gruppo criminale organizzato spagnolo. In realtà, a Sueca, è stato allo stesso tempo.
Le indagini, avviate nel giugno 2017, hanno scoperto un commercio illegale di veicoli rubati tra Italia e Spagna. In particolare, i carabinieri spiegano come Gentile, Milano e Spera siano stati aiutati da Bozzonga e Melisi, locali di Larciano e Monsummano Terme, per ottenere veicoli rubati con numeri di telaio alterati e documenti di immatricolazione contraffatti. Dopo che le auto sono state “clonate”, sono state spedite in Spagna attraverso il porto di Civitavecchia.
I veicoli sono stati reimmatricolati a Cullera con l’aiuto di cittadini italiani e spagnoli locali. Dalle indagini è emerso anche che alcuni degli indagati erano in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7, model year 1965, con il numero di matricola abraso. Dieci auto rubate in Italia sono state recuperate dalle autorità spagnole durante i fatti. Questo giovane ha una lunga storia di condanne per furto e reati connessi.
PADOVA. Domenico Melise, 20 anni, di Pomigliano d’Arco, in trasferta a Padova, è stato fermato venerdì scorso dai “Baschi Verdi” del Gruppo di Padova nell’ambito delle loro ronde sul territorio cittadino per la prevenzione e la repressione dei traffici illeciti. Aveva appena svaligiato l’auto di un elettricista, rubando gli “attrezzi del mestiere”. Circostanze incredibili si sono svolte davanti agli occhi degli investitori.
Quando risalirono Longhin, videro un furgone in movimento con una persona appesa alla maniglia della portiera. Improvvisamente, l’auto si è fermata e si è schiantata contro un veicolo parcheggiato adiacente. La truppa è subito partita dopo che chiunque era sceso dal furgone. Questo individuo si è confuso con la folla nella speranza che il suo inseguitore dimenticasse che era lì. In realtà è stato trattenuto e ispezionato in caserma.
L’individuo trascinato è stato identificato come il proprietario dell’auto dai ragazzi delle fiamme gialle. Il suo furgone stava partendo quando è arrivato, e ha cercato disperatamente di fermare il ladro. Per continuare la sua carriera di successo, si era trasferito a Padova. I baschi verdi stanno attualmente cercando di determinare chi ha messo tutti i materiali da costruzione e l’elettronica nel furgone.
Un delinquente per la prima volta, Domenico Melise è stato condannato a 6 mesi e 20 giorni di reclusione. L’errata applicazione del provvedimento di grazia ha comportato la scarcerazione di sei persone, tra cui due cittadini stranieri e quattro italiani che costituivano un rilevante rischio per la società; tuttavia, dopo che la Questura ha emesso un invito a cercarli in tutta Italia, quattro di loro sono stati fermati.
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Suppongo – ha osservato Tarquini, parlando dei rilasci avvenuti per caso – che ciò possa essere avvenuto per la grande mole di provvedimenti che dovevano essere verificati in tempi brevissimi. Finora sono stati nuovamente arrestati due italiani e due stranieri. Dei cento ex detenuti che da questa mattina occupano senza incidenti la cattedrale di Palermo, 21 hanno appena ottenuto la grazia.
Oltre 500 ex detenuti hanno partecipato alla manifestazione da mercoledì scorso, quando hanno occupato il porto di Palermo nel tentativo di far attuare al governo i cosiddetti Pip, piani di integrazione professionale, ai quali sono stati ammessi in lista d’attesa a dicembre. Gli ex detenuti hanno chiesto anche un incontro con Salvatore Cuffaro, presidente della Regione. Un criminale napoletano di nome Antonio Polichetti, 30 anni, ha avuto un solo giorno di libertà.
L’idraulico di origini sarde Piero Melis, 53 anni, resta in carcere a Udine dopo aver aggredito la moglie separata Carla Mian, giudicata recuperabile in 20 giorni, a San Danielee del Friuli martedì sera, poche ore dopo essere uscito dal penitenziario beneficiario dell’indulto. Il giudice di Udine Giovanni Lombardi oggi ha confermato l’arresto per flagranza di delitto dei Carabinieri e ha accolto la richiesta del pubblico ministero per la carcerazione preventiva.
Melis è accusato di tentato omicidio con circostanze aggravanti. Invece l’avvocato difensore Pier Aurelio Cicuttini insiste sul fatto che la colpa sia stata di “un accesso d’ira”, spiegazione che, a suo avviso, smentisce l’esistenza della premeditazione. Mentre era uscito giovedì dal carcere di Secondigliano grazie all’indulto, ieri sera è stato fermato dagli agenti del commissariato di S.Giovanni-Barra per furto aggravato ai danni della madre.
L’identico reato aveva portato all’arresto di Polichetti. Terminato il confino, non ha perso tempo a chiedere alla madre venti euro per comprare stupefacenti. Quando ha detto di no, ha distrutto alcuni dei suoi mobili e l’ha aggredita fisicamente prima di prendere i soldi e scappare. La donna, ovviamente irritata, ha chiamato il 118. Mentre gli agenti si trovavano all’interno dell’abitazione, il figlio della donna si è presentato in uno stato di apparente disorientamento e con ferite multiple.