Gigi Riva Malattia- Gigi Luigi Riva è un allenatore e attaccante di calcio italiano nato a Leggiuno il 7 novembre 1944. Ha iniziato la sua carriera professionale con il Legnano e l’ha conclusa con il Cagliari, dove ha segnato 207 gol ed è diventato l’icona più riconoscibile della squadra. È considerato uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio e uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi.Ha concluso la sua carriera come capocannoniere del torneo e ha svolto un ruolo chiave nell’unica stagione del titolo della squadra del 1969-1970.
Ha mantenuto i suoi legami con la squadra sarda dopo il suo ritiro, servendo come presidente ad interim durante la stagione 1986-87 e presidente onorario dal 2019. Nel 1999 è stato nominato 72° miglior calciatore del 20° secolo da World Soccer e nel 2011, è stato inserito nella Hall of Fame dei veterani del calcio italiano.Capocannoniere di tutti i tempi della Nazionale italiana, ha segnato 35 volte in 42 partite. Ha vinto il campionato europeo nel 1968 ed è arrivato secondo all’Italia alla Coppa del Mondo FIFA 1970.
Dal 1990 al 2013 è stato anche capo allenatore della squadra. Nasce a Leggiuno, sulle sponde del Lago Maggiore, dai genitori Edis, casalinga, e Ugo, parrucchiere e sarto. All’epoca aveva nove anni.Il 10 febbraio 1953 un pezzo di metallo cadde da un macchinario e colpì suo padre allo stomaco, facendolo rimbalzare da una parte all’altra; è morto per le ferite riportate. Luigi ha frequentato tre diversi collegi mentre sua madre lavorava a tempo pieno in una filanda e altri lavori saltuari, come le pulizie.
Dopo aver lasciato, si è reso conto di quanto fosse stata imbarazzante per lui la situazione finanziaria della famiglia.Quando sua madre morì di cancro nel 1964, la sorella maggiore Fausta si prese cura di lui. I due figli di Riva, Nicola e Mauro, sono sardi nativi. La cittadinanza onoraria gli è stata conferita presso la sala consiliare della città di Cagliari il 9 febbraio 2005 dall’allora sindaco Emilio Floris.
Proprio in serata, prima della partita dell’Italia contro la Russia, giocata al Sant’Elia, il Cagliari ha ufficialmente revocato la maglia numero undici regalata a Riva da Rocco Sabato, ultimo giocatore rossoblù ad averla indossata. Alla cerimonia hanno partecipato molti dei giocatori che con lui hanno vinto lo scudetto nella stagione 1969-1970. In questo momento, Gigi Riva è pieno di speranza e gioia.
Il dramma di Luigi Pitzianti, narrato da Luca Ward, è stato presentato in prima mondiale all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari l’11 novembre, ei nipoti sono venuti da Varese e Sesto per vederlo. Domenica i suoi figli Nicola e Mauro gli hanno organizzato una spettacolare festa a casa per festeggiare il suo 77esimo compleanno.
Sono stati individuati come “straordinari” da coloro che li circondavano. Mentre mi rilassavo sulla mia sedia a sdraio, li guardavo andare e venire. C’era anche la madre dei miei nipoti, Nicola e Mauro, Gianna. Ho anche ordinato una grande torta per il resto dei miei amici. Ciò che rende felici le persone, in altre parole. Ho avuto difficoltà a dormire quella notte a causa della forza delle mie emozioni. Il regalo più bello di tutti è stato semplicemente averli al mio fianco.
C’è un vero senso di vitalità calante, debolezza fisica e disastro imminente. Cosa realizza esattamente? Ripensa al suo eroe d’infanzia, Gigi Riva, il rombo del tuono, il cui ritratto dell’integerrimo hombre reporter del grande Gianni Mura sembra inalterato nel tempo: Gigi Riva lo rendeva orgoglioso di essere sardo nonostante il fatto che i suoi successi fossero limitati al relativamente sport poco importante del calcio.
Se dovessi morire domani, verresti al mio funerale? Ho davvero bisogno che tu venga. Puoi fidarti che lo dimostrerò. Tuttavia, quest’uomo sconosciuto sembrava avere fretta. Ha ripensato alla sua giovinezza ea una partita che ha giocato in Messico mentre indossava la maglia azzurra dell’Amsicora. Come parte del suo sforzo per trasmettere l’enormità dei rossoblù ai Nuovi Sardi, Riva lo fa usando la sua mano meno dominante.
Ogni volta che il ragazzo arriva al nocciolo della sua discussione,Riva non ha difficoltà a seguirlo una volta che gli spiega perché è venuto a cercarlo nel suo “rifugio” serale. Contando i giorni che mancano alla fine, andò alla ricerca di Riva. Una giornalista cagliaritana di nome Virginia Saba ha raccontato la vicenda l’altra sera in pochi deliberati post postati su Facebook.
Nel centro di Cagliari, al ristorante dove mangia quasi tutte le sere, di solito da solo ma qualche volta con gli amici, Riva era seduto alla sua tavola abituale.Appare all’improvviso un uomo sulla settantina, il corpo visibilmente devastato dalla malattia. L’uomo si guarda intorno prima di sedersi sulla scrivania di Riva e indicare. Gli si avvicina e gli chiede con tono amichevole: “Ti ricordi di me?” L’attaccante del Cagliari e della Nazionale, che pochi istanti prima lo aveva guardato con sospetto, ha annuito e ha detto: “Sì, mi ricordo”.
Forse è vero, forse no. Ma l’uomo gli stringe la mano e gli fa cenno di sedersi. Il libro “Mi chiamavano Rombo di Tuono”, co-scritto da Gigi Riva e Gigi Garanzini, direttore de La Stampa, sarà relagevolato il 1° novembre. Si possono avere anticipazioni sul quotidiano di Torino. Oggi pubblica il suo libro di memorie, in cui Riva descrive in dettaglio la sua battaglia per tutta la vita contro la depressione e la sua successiva recrudescenza quando si è ritirato dal calcio professionistico.
Non sono mai stato un gran chiacchierone. Semmai, mi godo i momenti tranquilli da solo o conversando con il mio monologo interiore. Poiché il silenzio ha svolto un ruolo così vitale nella mia vita, mi ha incoraggiato a “fare da solo” quando ero ancora un bambino. Per dirla semplicemente, ho dovuto improvvisare. In tal caso, sono chiuso. Non è vero, però, che ho provato sentimenti di depressione.