Daniela Preziosi Biografia-Per tutti gli anni ’90, Daniela Preziosi si è occupata di politica italiana come reporter e successivamente come corrispondente legislativa del Manifesto, concentrandosi sull’agenda di sinistra. Il giornalista è stato presentato come presentatore di Radio2 e autore di documentari. La sua tesi si è concentrata sulla letteratura femminile degli anni ’70. Nata a Viterbo, è stata coinvolta nell’attivismo studentesco durante gli anni dell’università e da allora ha mantenuto il suo impegno per la giustizia sociale.
Ha guadagnato notorietà prima su Radio2, e poi ha contribuito a far rivivere la testata Il Manifesto. La giornalista vive a Roma con il figlio e da settembre 2020 lavora per Domani, un nuovo giornale con una prospettiva di sinistra. Eppure, non ha mai nascosto di essere legata al Manifesto e, soprattutto, al presente del giornale redattori. “Mi piace l’idea di consegnare a un pubblico più ampio gli argomenti di cui ho sempre scritto, nel modo in cui li ho sempre scritti”, Daniela Preziosi, che negli anni abbiamo visto spesso negli studi di Rai e La7 spettacoli di chat, ha detto.
Daniela Preziosi afferma di essere molto legata alla sua famiglia ed è stata compagna fino alla fine della vita di Massimo Bordin, giornalista scomparso due anni fa, particolarmente noto e apprezzato per la sua rassegna stampa a Radio Radicale. Mentre sua madre è nata ad Alghero, lei è cresciuta in Catalogna. Suo padre era un maresciallo marchigiano, che lei ricorda come un uomo generoso e democratico. Ma, come indicato in precedenza, trascorse i suoi anni formativi nel quartiere Villanova di Viterbo, che vide una rapida crescita negli anni. ’60 a causa dell’afflusso di famiglie di militari.
Prima di approdare a Radio2 e ad altre testate della sinistra italiana, ha esordito in una piccola radio privata e in una rivista di Azione Cattolica. Quando le viene chiesto di descrivere se stessa, Daniela Preziosi ricorre spesso a gerghi militari, come “reporter politico”, “emissario parlamentare” e “soldato semplice”, come se il suo lavoro fosse in qualche modo analogo a un dovere in prima linea. Daniela ha affrontato diverse sfide. Quando era al college, era una militante appassionata e tenace nei movimenti studenteschi che cercavano di creare una società e un pianeta più equi.
Era giovanissima quando iniziò la sua carriera di giornalista politica e conduttrice di Radio Due. Quando alla fine hai scoperto il Manifesto, hai contribuito alla sua rifondazione. Ma non puoi rinunciare al tuo lavoro nel mio campo. A settembre ho iniziato a pubblicare Domani, un giornale con un’ideologia molto a sinistra del Manifesto ma comunque di grande richiamo. Ma il Manifesto ha ancora il sostegno degli amici, dei fratelli e dei parenti più stretti. Sono eccitato dalla prospettiva di condividere i miei interessi di lunga data e metodi di scrittura con un pubblico più vasto.
Da decenni osserva l’ambiente politico, è assidua ospite dei programmi di approfondimento politico e di attualità di La 7 e RaiTre. Abbastanza per ricordare le qualità che ogni scrittore politico deve avere. Daniela ride della propria ostinazione. La motivazione per saperne di più e crescere in profondità. E ricorda di tenere entrambi i piedi ben saldi a terra. Tieni sempre il dito sulla verità. Questo non è un lavoro per cretini ed egoisti, come ha spesso osservato il compianto e brillante giornalista polacco Kapuciski (che ho avuto il piacere di conoscere).
È ridicolo, considerando che la maggior parte dei giornalisti si veste in modo simile. Massimo Bordin, storico giornalista e voce della rassegna stampa di Radio Radicale Stampa e Regime, è venuto a mancare due anni fa, e Daniela Preziosi era la sua compagna. Tuttavia, non è disposta a parlarne apertamente. Attualmente risiede a Roma ma è nata a Viterbo. A Roma ho potuto fare l’apprendista sotto alcuni incredibili maestri. Eppure mi identificherò sempre come un vero Viterbese. “Sono la figlia orgogliosa di un soldato e di un catalano di Alghero”, dichiara Daniela.
Mio padre, maresciallo marchigiano, era noto per la sua compassione e democrazia. Negli anni ’60 Villanova era un fiorente quartiere popolato dalle famiglie dei soldati di stanza nella caserma di Viterbo. quando la mia famiglia si unì a loro. Vi si stabilirono persone provenienti da tutta Italia, molte delle quali senza alcun legame familiare con la zona, ma strinsero forti amicizie per l’atmosfera accogliente della città. Villanova è il luogo dove è nato l’amore per la radio di Daniela. Quando avevo tredici anni, sono entrato a far parte dello staff di.
Radio Gluck, una minuscola radio locale con sede all’interno delle mura della parrocchia, come dj. Daniela ha frequentato la Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma dopo il diploma di maturità classica. Per il quotidiano di Azione Cattolica Presenza e Conversazione, recensivo canzoni. Sembra essere stato il mio principio guida fin dalla tenera età. Radio Due, la rete democristiana, era in contatto con quella testata. Prova a inviare un nastro, mi è stato ordinato. Il capo della radio mi ha aiutato a prepararlo».
Daniela ha messo piede in Rai poco più che ventenne: stivali militari, un chiodo compratoa Porta Portese e un berretto in testa. Poiché ero un membro del Panther Party, avevo molta rabbia repressa. Avevamo occupato l’università. Stavo pensando solo ai possedimenti, ai fax e al mio collettivo femminista. Ma ho conosciuto un manager molto interessato e aperto, Piersilverio Pozzi. L’esperienza radiofonica in Rai dura sei anni; poi Daniela è stata assunta da Liberazione, il quotidiano di Rifondazione.
Comunista, per poi passare ad Avvenimenti, dove ha sperimentato il giornalismo d’inchiesta. Eppure è al Manifesto che Daniela diventa la professionista che è oggi, una proficua collaborazione durata quattordici anni. «L’età di mio figlio. Ho iniziato quando Giovanni aveva sei mesi. Tornavo a casa tardi e non gli cantavo mai una ninna nanna, lo trovavo già addormentato. Una scelta difficile. Giovanni oggi è un adolescente alle prese con la didattica digitale a distanza. «Gli alunni italiani hanno imparato cose anche dure per necessità, a rinunciare al contatto fisico oa pensarlo come qualcosa di pericoloso.