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Carretta Famiglia - Celebrita Blog

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Carretta Famiglia – Assolto per mancanza di capacità di intendere e di volere. Il giovane che ha ammesso di aver ucciso i suoi genitori e il fratello e poi di aver bruciato i loro resti, Ferdinando Carretta, afferma di non avere idea di cosa stesse facendo in quel momento. Dopo tre ore di camera di consiglio, la corte d’assise di Parma ha disposto solo almeno cinque anni di ricovero psichiatrico sotto sorveglianza giudiziaria.

Il pm Francesco Saverio Brancaccio aveva rivisto quella mattina il caso Carretta e gli atti processuali, chiedendo una specifica assoluzione basata sull’incapacità di intendere e volere di Ferdinando all’epoca dei fatti e una misura di sicurezza di almeno dieci anni in un ospedale psichiatrico-giudiziario il la motivazione che è un pericolo sociale.

Gli psichiatri Cesare Piccinini, Vittorino Andreoli e Giovanbattista Cassano hanno testimoniato davanti alla corte d’assise e hanno fornito testimonianze a sostegno della richiesta di assoluzione. Quanto alle misure di sicurezza, anche il legale di Ferdinando Carretta, Filippo Dinacci, aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito per incomprensione e volontà.

Nonostante sia passato più di un decennio, ricordo ancora vividamente il caso della famiglia Carretta, misteriosamente scomparsa da Parma. Una recente drammatica intervista al primogenito di famiglia Ferdinando, scomparso nell’estate del 1989 e ritrovato infine a Londra, ha riportato la storia sotto i riflettori della trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto? Il giovane era tornato in Italia per partecipare alla trasmissione televisiva, ma appena sbarcato a Fiumicino fu arrestato.

Ferdinando Carretta ammise il triplice omicidio durante un interrogatorio durato tutta la notte a Parma, indicando i luoghi dove avrebbero dovuto essere custoditi i corpi delle vittime sono stati nascosti ma non sono mai stati recuperati.

Nelle prime ore del 5 agosto 1989, Giuseppe Carretta, cassiere di una vetreria, la moglie casalinga Marta Chezzi e il tormentato secondogenito Nicola partono per le vacanze estive. I vicini dicono che il timido Ferdinando rimane a Parma, quindi incassa due assegni, uno da suo padre e uno da suo fratello, in banca invece di unirsi al resto della sua famiglia in vacanza.

Anche se le firme su entrambi i documenti sono false, è in grado di ricevere con successo $ 4.000.000 in contanti. L’8 agosto diventa improvvisamente disorientato. Una pistola calibro 6,35, acquistata a Reggio Emilia a febbraio, era stata la sua prima arma da fuoco.

A causa della tragedia che ha colpito la sua famiglia, Ferdinando Carretta finì per vivere da mendicante a Londra per il resto della sua vita. Solo pochi mesi prima della sentenza di morte presunta, che sarebbe avvenuta nell’agosto del 1999, dieci anni dopo la loro scomparsa, fu identificato dalla polizia londinese durante un controllo stradale e confessò. A quel punto, suo figlio avrebbe ereditato il miliardo di dollari nelle partecipazioni di Carretta.

Il 30 novembre 1998 un latitante di nome Ferdinando Carretta che si nascondeva a Londra ha ammesso in diretta televisiva allo spettacolo Chi l’ha visto? che aveva ucciso i suoi genitori e il fratello minore a Parma più di dieci anni prima.

Iscriviti ora gratuitamente e non perdere mai un colpo sugli spettacoli più in voga e sulle ultime notizie TV.Uno dei delitti più inquietanti della moderna storia italiana coinvolge la famiglia Carretta; stasera su Nove andrà in onda il documentario Una famiglia scomparsa – Il caso Carretta, che ripercorre e ricostruisce l’intero terribile incidente.

Giuseppe Carretta, sua moglie Marta ei figli Ferdinando e Nicola scompaiono senza lasciare traccia nell’agosto del 1989. I primi segnali d’allarme si alzano perché la famiglia non è tornata dal campeggio dopo le vacanze.Mentre lo spettatore che ha contattato Chi l’ha visto in diretta? nel novembre dello stesso anno affermava di aver scoperto un Ford Transit a Milano e il camper che lo accompagnava nel quartiere di San Siro, il contachilometri del veicolo non sembrava riflettere un viaggio in tutta Italia.

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Man mano che si diffonde la storia della piccola famiglia borghese di Parma e della loro “fuga” in Sud America, rappresentata per molti anni sulle spiagge caraibiche, gli scenari peggiori vengono rapidamente accantonati.L’ultima volta che qualcuno ha visto Ferdinando Carretta è stato a Londra nel novembre 1998, per un’infrazione alla guida, quasi dieci anni dopo la sua scomparsa.

L’agente ricorda il nome e il caso di Parma, e lo segnala a Scotland Yard, che poi contatta l’Italia. All’inizio, Ferdinando afferma di non aver visto la sua famiglia da quando sono fuggiti nel 1989, ma alla fine confessa gli omicidi di sua moglie e di due figli in un’intervista a Chi l’ha visto? ospite Giuseppe Rinaldi.

Il documentario “A Missing Family: The Carretta Case” va in onda sabato 23 luglio alle 21:25 su Nove e può essere visualizzato online tramite discovery+.Il 4 agosto 1989 ricorreva il 33° anniversario del caso Carretta, noto anche come strage di Parma. All’età di 27 anni, Ferdinando Carretta commise il parricidio sparando a morte ai genitori e al fratello minore in t casa erede.

A 60 anni, Ferdinando oggi è un uomo libero. Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha dichiarato opportuna la scarcerazione di Ferdinando Carretta il 9 maggio 2015. Il documentario “Una famiglia scomparsa – Il caso Carretta”, in onda questa sera, 23 luglio 2022, sul Nove, ripercorrerà l’intera vicenda.

Poco più di 30 anni fa, Ferdinando Carretta fu al centro di uno dei casi criminali più noti dei media italiani. Tutto ebbe inizio il 4 agosto 1989, quando scomparvero senza lasciare traccia quattro componenti della stessa famiglia: il ragioniere Giuseppe Carretta, sua moglie Marta Chezzi, e i figli Ferdinando e Nicola .

Alla fine dell’estate di quell’anno, il Parma e tutta l’Italia erano con il fiato sospeso davanti a un vero e proprio mistero. Un crimine meticolosamente tramato, in cui Ferdinando Carretta ha ucciso i suoi genitori e il fratello minore usando una pistola Walther che aveva recuperato e che ha usato per ucciderli in primo luogo.

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