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Albarita Battisti Morte - Celebrita Blog

Albarita Battisti Morte

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Albarita Battisti Morte
Albarita Battisti Morte

Albarita Battisti Morte – A partire dalla mattina del 9 settembre 1998 Poggio Bustone subì una temporanea sosta. La colpa è della stupidità. Secondo quanto riferito, il leggendario cantautore Lucio Battisti è morto all’età di 55 anni, rendendolo il residente più famoso del paese.Eravamo completamente scioccati: anche i parenti più stretti sapevano che era in ospedale, ma non ci aspettavamo niente di così orribile. Nonostante siano passati ventuno anni, gli eventi continuano ad avere un significato profondo per sua nipote Lara Battisti.

Dopo aver appreso della malattia del fratello, la sorella minore di Lucio, Albarita, si recò a Milano. Qualunque cosa sia accaduta in quella stanza, anche se Lucio le parlò in punto di morte, per noi rimarrà un mistero. La timidezza e la malattia gli hanno impedito di raccontarci la loro profonda amicizia, anche se sapeva che avrebbe dovuto farlo.

Grazie di tutto, Alfiero Battisti, papà di Lucio.

L’ultimo parente vivente. Mentre Alfiero Battisti era amareggiato per l’allontanamento dal nipote Luca e dalla moglie, rimase vicino al figlio Lucio – che aveva sostenuto professionalmente – e al cantautore di Poggio Bustone – di cui aveva criticato anche la moglie. Con la morte prematura di una figlia e di tre ragazzi, era l’unico rimasto nella sua famiglia.

Alla fine, nel 2003, Albarita se ne andò. Ha confessato in un’intervista del 2006 che aveva pensato di chiedere la cartella clinica del suo famoso figlio per poter avere “piena chiarezza su come sono andate le cose”.

Puoi dire che ti ha trasmesso le sue conoscenze musicali?

Dovrei avere Year of the Cat, che è diventato un fenomeno mondiale, come me lo hai consigliato tu visto che ti piaceva il cantante scozzese Al Stewart. Avevo molti 45 quando avevo tredici anni e qualche volta mi paragonavo a lui. “Che ne pensi della canzone ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi?” Una volta volevo sapere cosa ne fosse stato di lui. Senza voler offendere il musicista, mi informò: “Potrei scrivere dieci di quelle canzoni al giorno”.

La loro costruzione era così semplice che mi ha stupito. Userebbe la frase “Beh, l’hai cantata come Claudio Baglioni!” distruggere la performance di qualcuno. Immagino che intendesse dire che gli aveva reso le cose semplici, con tutto il rispetto… Visitare la sua casa di Milano e vederlo esibirsi Ancora tu è un’esperienza che non svanirà mai dalla mia memoria. Mentre ero appeso all’amaca che aveva portato dal Sud America, i pensieri di Mogol, l’uomo che avrebbe ispirato l’album Anima Latina, mi attraversavano la mente.

Seguirà un brusco cambio di direzione.

Nello stesso momento in cui apparve, arrivò sua moglie. Ciò ha messo a dura prova i suoi legami con le persone a lui più vicine, compresi i membri della sua famiglia e la stampa. Proprio come mio zio, che non ha mai avuto problemi a separarsi, col tempo è diventato un fantasma,

così anche mia zia. Il bisogno di fuggire dalla vita quotidiana era più forte di qualsiasi desiderio di solitudine. Forse Veronese credeva che stessimo tentando di impossessarci di qualche tesoro incomprensibile, ma sicuramente aveva una visione pessimistica.

Il matrimonio di mia mamma era fallito, secondo zio Lucio. Non ha tradito sua moglie per guadagno finanziario, pubblicità o per motivi di divorzio. In considerazione del suo unico figlio, Luca Filippo, che resterà nel mio cuore come un giovane bellissimo e affettuoso. Dopo essersi finalmente sistemato in una residenza permanente, ha potuto rilassarsi e godersi la vita al massimo. Nel tuo libro iniziale, hai sfatato molte leggende metropolitane su Battisti.

Tanto per cominciare apparteneva alla destra. Un personaggio sempreverde. Che non l’avesse fatto era qualcosa che aveva sempre immaginato, quando molte persone lo facevano per attirare l’attenzione o per un guadagno politico. “Battisti non era né di destra né di sinistra”, scriveva Walter Veltroni, ponendo fine alla polemica.

Chiunque può rivendicarlo. I covi delle Brigate Rosse custodivano i documenti di mio zio, nonostante l’esclusione politica e la propaganda a favore di De Gregori o Guccini. Dopo un’ulteriore ispezione, la scrivania di mio nonno rivelò i suoi documenti elettorali rovinati, che dimostravano che non aveva nemmeno votato.

Alfiero Battisti era stato ufficiale della Brigata Alpina Julia nelle Alpi orientali durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1947 ritornò in Italia e risiedette a Poggio Bustone. Lì, per circa 5 lire, comprò la prima chitarra di Lucio. Il giorno seguente avrebbe fatto qualcosa di ribelle e gli avrebbe spaccato la testa.

La mattina dopo ne comprò uno nuovo per Lucio, che la sera prima aveva riflettuto sulla cosa; questo evento segnò l’inizio della carriera professionale di Lucio. Con una proprietà vicino ai Castelli Romani, Alfiero Battisti fu un fedele seguace del Lazio. Nel 2007 l’accusa che lo portò in giudizio fu quella di usura.

Dalla sua scomparsa nel 1983, Dea era stata amata come “la zia dei sugar baby” ed era ricordata con molto affetto come una ragazza generosa e altruista. Alla sepoltura a PoggioBustone, Lucio sembrava elegante mentre rendeva omaggio alla sua amata madre.

L’ho incontrato per la prima volta a casa di mio cugino; tornò qualche anno dopo per assistere alla rimozione del cadavere. È stato qui per un po’. Nessuno nella famiglia di Lucio Battisti si sorprende del suo desiderio di sfuggire ai paparazzi; dopo tutto, conoscevano tutti la sua reputazione da superstar.

Da piccola Lara non aveva mai pensato che un suo lontano parente avesse scritto delle canzoni famose. Ha sottolineato che non se n’era accorto perché era troppo impegnato a giocare con il suo cugino Luca, il figlio di Lucio: siamo più o meno cugini. Immagini e filmati che documentano le esibizioni del padre di Lara e le riunioni familiari vengono recuperati dai cassetti – “eccolo dopo il concerto che ha tenuto per la Festa di San Felice, c’è anche mia sorella” – ed esposti.

Suo cugino di primo grado Yovan Battista era un musicista e compositore. Le speculazioni sul carattere di Lucio o sulla sua affiliazione con una particolare fazione politica irritavano papà. Non aveva idea di cosa stesse succedendo con la politica, almeno al suo livello più elementare. Mio padre ha risposto instancabilmente alle infinite domande di Lucio la notte prima del referendum sul divorzio. Era il presidente della stazione e un leader politico. Nonostante la sua sconfinata curiosità, Lucio non c’era mai stato

Albarita Battisti Morte

affascinato da questi fenomeni; sentì l’impulso di capire. I cugini lottarono per quella che sembrò un’eternità, alla fine si arresero al sorgere del sole, poche ore prima dell’inizio della votazione. Lucio, invece, era il tipo che dormiva poco e poi passava il tempo a scrivere o a fantasticare senza pensare. Ripensando alle storie che i suoi genitori raccontavano su di lui quando era al suo meglio, quando lo trovavano sudare copiosamente e scavare nella terra “per mantenersi in forma”, Lara non può fare a meno di ridere.

per esempio, quando era a casa da solo e decideva di fare un bagno nella loro vasca senza il loro permesso o la loro conoscenza. Indicò l’acqua e disse: “Mi laverò qui con te, zio”. Aiutarci a vicenda era la nostra massima priorità e lui era silenzioso mentre visitava la famiglia. Secondo Lara, “In questi anni ho pensato molto a lui” quando mi immergevo nella stessa vasca da bagno, che mi trova emozionante. Ma, col passare del tempo,

una piccola infelicità vissuta da chi desiderava che l’artista alludesse più spesso o desse maggiore considerazione alla sua nazione natale. Anche se Battisti aveva vissuto lì solo per poco tempo, ne parlava spesso, anche in pubblico. Insieme a Mogol parlava spesso del grande villaggio che si affacciava sui bellissimi laghi Lungo e Ripasottile, raccontando la saggezza che aveva acquisito dal suo soggiorno lì. Alla fine, è tornato. Tenendo la speranza di vedere padre Alfiero o il cimitero. Fu anche nell’estate prima di morire che ritornò.

Per mantenere vivo quel legame, assunse un’impresa locale per ricostruire la sua casa natale, che si affacciava su Piazzetta 10 Marzo. Come quando era lontano ma sembrava ancora vicino, a Poggio Bustone tutti sentono ancora la sua presenza. Nel suo cuore, ognuno di loro era speciale a modo suo. Non c’era posto in cui non lo vedessimo, dalle copertine dei giornali alle foto con personaggi importanti. La sua vera umanità ci ha portato a credere che sarebbe sempre rimasto in contatto con noi. Apprezzava ancora di più la nostra porchetta.

Il quattordicesimo album in studio di Lucio Battisti, scomparso oggi 25 anni fa, Una giornata uggiosa esce il 4 febbraio 1980. È l’ultimo a contenere l’opera dello scrittore Giulio Rapetti, meglio conosciuto con il nome d’arte Mogol.

Tra i più amati del patrimonio della musica pop italiana ci sono i brani “Fiori rosa fiore di pesco”, “Il tempo di mori”, “Ancora tu” ed “Emozioni”, il risultato di quindici anni di successo di collaborazione creativa tra Battisti e Mogol. . Sfortunatamente, cosa sia successo per causare la fine di questo legame fruttuoso e duraturo rimane un mistero.

Basato sugli eventi descritti in Mogol. “Il mio lavoro è vivere la vita”, ha detto Mogol della collaborazione del duo con Battisti, e il motivo per cui è terminata è stato a causa di problemi finanziari causati da una rivalutazione del loro accordo di distribuzione dei diritti d’autore. Poi c’era questa formula in cui il musicista prendeva l’8% e il paroliere il 4%; La Siae ha voluto così, ha detto Mogol a proposito. Battisti non aveva mai fatto una cosa simile prima,

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