Penne Avvelenate Ai Genitori – Nel tentativo di riparare il suo rapporto teso con sua madre, Alessandro Leon Asoli è uscito pulito. Quella madre che, quasi due anni fa, ha cercato con passione di togliersi la vita. Non c’è mai una scusa per l’omicidio. La motivazione economica però sembra la meno comprensibile quando è un ragazzo a farlo o cerca di farlo a un genitore. Gli esperti di criminalità classificano ciò che facciamo come crimine “utilitaristico”.
Questo è distinto da un crimine passionale perché le sue motivazioni sono materialistiche piuttosto che guidate da sentimenti forti. Alla seconda udienza del suo processo in appello, il 21enne Alessandro Leon Asoli ha ammesso all’omicidio di primo grado del patrigno, Lorenzo Grimandi, 56 anni, e al tentato omicidio della madre, Monica Marchioni. E singhiozzando, è uscito dall’aula ed è tornato nella sua cella. Il 15 aprile 2021,
ha servito loro un piatto di penne al salmone condito con nitrito di sodio nel tentativo di avvelenarli. Lorenzo morì, ma Monica fu risparmiata poiché ne aveva preso solo un piccolo boccone. Ma poi suo figlio ha cercato di soffocarla in un attacco. Senza esito. La condanna originale per omicidio di primo grado è sopravvissuta a un appello.Per quanto riguarda l’omicidio del patrigno Loreno Grimandi e il tentato omicidio della madre Monica Marchioni,
Alessandro ha sempre sostenuto la sua innocenza. Ma sorprendentemente, ieri ha deciso di confessarsi davanti alla Corte d’Assise. Oggi mi sento in dovere di dire la verità. Sono io il responsabile delle azioni che mi attribuiscono. Mi dispiace dover parlare adesso; Ero troppo nervoso per farlo in precedenza. Voglio chiedere scusa a tutti quelli che ho offeso accettando la responsabilità delle mie azioni.
Il mio unico desiderio è che mia madre mi perdoni e mi dia un’altra possibilità. Cosa ha provocato questo voltafaccia? In effetti, fino a ieri, aveva seguito fino in fondo il manuale del killer standard. Lasciami elaborare. Ci sono solo due opzioni per coloro che commettono atti così terribili: o confessano rapidamente o non fanno nulla. O non imparerà mai. Perché se ammettesse il senso di colpa, sua moglie,
i suoi figli e altri cari dovrebbero affrontare le conseguenze di credergli e restare al suo fianco nonostante conosca la sua vera natura. La conclusione naturale è stata la loro completa e totale scomparsa. Una perdita che non possono permettersi, visto che verrebbero rinchiusi in isolamento per scontare la pena. lasciando andare la speranza che qualcuno li aspetterà quando se ne andranno. Non riesco più a chiamarlo mio figlio.
È sempre stato ben curato da me e mia moglie. Ma tutto è cambiato dopo che abbiamo interrotto il flusso di denaro. Non lo perdonerò mai per aver cercato di soffocarmi quando si è reso conto che ero ancora vivo. Monica ha mostrato segni di dubbio per l’ultima volta due anni fa. Non ha pietà per suo figlio. È possibile che il crollo mentale di Alexander sia stato innescato dalle sue dichiarazioni. Una caduta che, per le ragioni addotte, non si poteva prevedere.
Con ogni probabilità il giovane si è accorto di aver perso definitivamente il genitore di riferimento. Nonostante abbia costantemente negato qualsiasi collegamento con gli eventi. Quello stesso ragazzo che ha cercato di soffocare sua madre ha finito per affidarsi al nitrito di sodio per mantenersi in vita. I neuroni specchio, i circuiti neurali responsabili dell’empatia, vengono stimolati. Ed è forse per questo che è stata presa la decisione di confessarsi.
Approfittando dell’ultima possibilità per salvare qualcosa che a questo punto sembra senza speranza. L’amore materno è, per definizione, indivisibile dalla sua progenie. Quasi. Mentre la mamma è stata salvata, papà è stato avvelenato ed è morto. L’imputato di 21 anni ha sostenuto la sua innocenza per due anni. La trama si infittisce quando il giovane decide di ammettere la sua colpevolezza durante il processo. Ora chiede perdono a sua madre.
Ha attentato alla vita dei suoi genitori servendo loro penne al salmone avvelenate. Loreno Grimaldi, 56 anni, è deceduto nell’aprile 2021 mentre giaceva su un divano a Ceretolo a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, per una grave agonia addominale. Questo è stato l’unico successo di Alessandro Leon Asoli con gli esseri umani. Alessandro Asoli, allora 21enne, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di primo grado del suo patrigno e del tentato omicidio di sua madre,
Monica Marchioni, ed è stato condannato a 30 anni di carcere nel settembre 2022. La sentenza descrive il procedimento in Corte d’Assise come “un dramma molto doloroso, lungo, autentico” e una “sequenza da un vero film dell’orrore”. La squadra difensiva del 21enne ha cercato di convincere i tribunali che la madre del ragazzo, che in quel momento stava attraversando una crisi depressiva, fosse quella che aveva ucciso il compagno dell’uomo.
Questo è andato avanti per due anni. Tuttavia, i togates avevano già smentito la teoria. La trama si infittisce quando, in un’udienza dibattimentale presso la Corte d’assise d’appello di Bologna, il giovane decide di confessare integralmente la propria colpevolezza. Asoli avrebbe detto in tribunale: “Sono stato io, spero che mia madre possa perdonarmi, e ora spero di poter avere una seconda possibilità”.dium nitrito ai pasti di pasta in questione.
Asoli ha cambiato strada e vuole fare ammenda con sua madre. Un ragazzo di 19 anni avvelena della pasta mortadella e salmone e la usa per uccidere il patrigno. Viene risparmiata perché sua madre non lo porta a termine. Ed è la stessa Monica Marchioni a parlare finalmente. La madre di Alessandro si apre alle telecamere de La Vita in Diretta sull'”inferno” che ha passato e sta ancora attraversando. Mi sono reso conto che mio figlio è un assassino”,
ha affermato la madre. Nessuna quantità di contrizione riporterà mio marito dalla morte. Il suo sguardo è rimasto con me per sempre. Come madre, dubito che sarò mai in grado di perdonare. Ha preso tutto quello che possedevo, è stato sincero e ha implorato pietà, ha ucciso sia me che mia moglie, ora sono solo perché ho perso la mia famiglia.