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Gabriella Fabbrocini Malattia - Celebrita Blog

Gabriella Fabbrocini Malattia

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Gabriella Fabbrocini Malattia
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Gabriella Fabbrocini Malattia – Gabriella Fabbrocini, rinomata dermatologa e responsabile dell’Unità Clinica Operativa e della Scuola di Specializzazione in Dermatovenereologia del Policlinico Universitario Federico II, se n’è andata all’età di 58 anni dopo una lunga lotta con una malattia invalidante.Nel 2014 è stata nominata nel Consiglio Superiore di Sanità e fino al 2018 è stata vicepresidente della Terza Sezione. Ha scritto un totale di 583 opere, di cui 32 manuali stranieri e 31 nazionali, oltre a 513 articoli pubblicati su periodici nazionali e internazionali.

Gabriella Fabbrocini, rinomata dermatologa, responsabile dell’Unità Clinica Operativa e della Scuola di Specializzazione in Dermatovenereologia del Policlinico Universitario Federico II, nota e soprattutto amata per le sue innumerevoli attività sociali e umanitarie, starebbe morendo nel tardo pomeriggio il 2 marzo.Gli è stato diagnosticato un cancro al pancreas la scorsa estate. Come medico, Gabriella era consapevole della natura del mostro che l’aveva aggredita, ma non ha mai ceduto alla malattia né si è lasciata scoraggiare dalle terapie: è rimasta al suo posto al Policlinico e aveva anche tenuto una conferenza a un convegno ed è stato oggetto di molta ammirazione a una festa solo pochi giorni prima.

Nel corso del fine settimana, era stata molto esplicita nelle numerose conversazioni tra amici, colleghi e partecipanti a varie attività lavorative e sociali. L’anno scorso, il 16 dicembre, ha compiuto 58 anni ed è felicissima per l’imminente matrimonio del figlio maggiore Raffaele. È anche molto orgogliosa del figlio minore Dedo e dei suoi successi negli studi di medicina. Anche i suoi amici più cari non avevano idea delle sue lotte, e dall’esterno sembrava destreggiarsi sempre tra un milione di cose diverse.

Conosco Gabriella da quando eravamo entrambi al liceo, e la cosa che ho sempre ammirato di più in lei è il suo sconfinato entusiasmo. Era dotata della rara capacità di multitasking in modo molto efficace e di tirare fuori il meglio dalle persone intorno a lei. In ogni modo, era una stella splendente. Era innamorata, ovviamente. I suoi due figli, Raffaele e Dedo, hanno ereditato i suoi occhi stellati e la sua capacità di guardare lontano; suo padre, con il quale condivideva lo stesso gusto per la vita, da prendere a morsi, giorno dopo giorno; la sua famiglia allargata, che si estendeva oltre i legami di sangue per includere i tanti amici con cui condivideva la vita.

Gabriella Fabbrocini Malattia

e i suoi tanti amici con cui ha condiviso la sua vita. La dottoressa ed educatrice Gabriella non si è sottratta all’impegno politico, mettendo la faccia al ballottaggio per l’ultima volta nel 2018 nonostante non abbia ottenuto l’esito che meritava. Lei e i suoi cari però non meritavano che qualcuno diffondesse la notizia della sua morte avvenuta nel pomeriggio del 2 marzo, prontamente ripresa da un quotidiano online, mentre lei, da leonessa, continuava a lottare con tutta la sua forza contro un nemico che sapeva di essere invincibile, un malinteso che aggiungeva dolore a dolore.

soprattutto per i giovani vulnerabili, i rifugiati, i disoccupati e i malati. Sebbene fosse appassionata del suo lavoro di medico ed educatrice, Gabriella non ha evitato nemmeno l’impegno politico. Ha persino mostrato la sua faccia migliore e si è candidata alla carica nel 2018, il suo ultimo tentativo. Tuttavia, lei e i suoi cari non meritavano certo che qualcuno diffondesse la notizia della sua morte avvenuta nel pomeriggio del 2 marzo, prontamente ripresa da un quotidiano online, mentre lei, come una leonessa, continuava a lottare con tutti la sua forza contro un nemico che sapeva invincibile, un malinteso che aggiungeva dolore al dolore.

per i giovani vulnerabili, i migranti, le persone socialmente emarginate e le persone svantaggiate dal punto di vista medico. La dottoressa ed educatrice Gabriella non si è sottratta all’impegno politico, mettendo la faccia al ballottaggio per l’ultima volta nel 2018 nonostante non abbia ottenuto il risultato che sentiva di meritare. Tuttavia, lei e i suoi cari non meritavano che qualcuno diffondesse la notizia della sua morte avvenuta nel pomeriggio del 2 marzo, prontamente ripresa da un quotidiano online, mentre lei, da leonessa, continuava a lottare con tutta la sua forza contro un nemico che sapeva di essere invincibile, un malinteso che aggiungeva dolore a dolore.

un altro tentativo nel 2018 con lo stesso risultato deludente. Eppure, lei e i suoi cari non meritavano che la voce che fosse morta nel pomeriggio del 2 marzo venisse ripresa da una pubblicazione online, soprattutto perché stava ancora combattendo come una leonessa contro un nemico insormontabile. all’inizio del 2018, ma questa volta senza il risultato desiderato. Tuttavia, lei e i suoi cari non meritavano certo che qualcuno diffondesse la notizia della sua morte avvenuta nel pomeriggio del 2 marzo, prontamente ripresa da un quotidiano online, mentre lei, da leonessa, continuava a lottare con tutti la sua forza contro un nemico che sapeva invincibile, interpretazione errata che aggiungeva dolore a dolore.

Nel 2014 è stata nominata nel Consiglio Superiore di Sanità e fino al 2018 è stata vicepresidente della Terza Sezione. Ha scritto 32 testi internazionali e 31 nazionali, per un totale di 630 opere.Non solo ha istituito un ambulatorio per il trattamento dermocosmetologico delle reazioni cutanee da chemioterapia e un altro per la cura dei migranti, con l’ausilio di mediatori specializzati, ma ha anche coordinato numerosi progetti di ricerca ed è stata responsabile di studi clinici internazionali nel campo della acne.

malattie infiammatorie della pelle psoriasi, dermatite atopica, idrosadenite, dermoscopia, melanoma, fotodermatologia e alopecia. A dicembre di quest’anno le è stato conferito il Premio Presa “La cura dei deboli come priorità. Il posto del malato al centro dell’aiuto, del progresso medico e dell’assistenza sociale”.Nel suo ruolo ha curato la stesura e la firma del MOU che ha formalizzato i legami tra Miami e l’Università Federico II di Napoli. Per l’anno accademico 2009-10, ha ricoperto la carica di professore.

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