Daniele Santarelli Altezza – È ormai maturo, ma non ha ancora rinunciato a realizzare l’ambizione di una vita di allenare la pallavolo femminile. Dopo il successo con l’Imoco Prosecco Doc a Conegliano, lo ingaggia la Nazionale serba. I Panthers hanno vinto tre scudetti, tre Coppe Italia, quattro Supercoppe, il Mondiale per club 2019 e la Champions League 2020 in soli sette anni come squadra.
La sua serie di 76 vittorie consecutive è la più lunga nella storia di qualsiasi sport. L’epidemia era diffusa tra quelle date. Daniele Santarelli è la prova vivente che i sogni non devono perire con lo spuntare del giorno.
la statura di Daniele Santarelli;
Apprezzo il mio lavoro a Conegliano per ragioni che vanno oltre la sicurezza che fornisce finanziariamente. Avendo sviluppato un così profondo investimento emotivo nella band, mi addolora profondamente ogni volta che deludo la loro fedele base di fan.
Conegliano è dove mi sento più a mio agio. Mia madre e mio fratello Massimo mi hanno dato la motivazione per andare avanti venendo allo show con me e facendo il tifo per me. Aveva anche bisogno di superare la perdita di suo padre.
Il tuo tempo all’Imoco è giunto al termine ora che hai guadagnato così tanti soldi?
Anzi, è proprio il contrario! L’edificio attuale verrà ampliato. A mio avviso non ci stiamo avvicinando alla fine di un ciclo, bensì all’inizio di uno nuovo. Penso che, se lavoriamo insieme, potremmo inventare una storia che durerà più a lungo della fiaba esistente di circa sette anni. Penso che la pallavolo abbia un futuro brillante, soprattutto dopo che gli Under 18 hanno vinto il torneo per il secondo anno consecutivo.
La reputazione di Daniele Santarelli
Successivamente ha aiutato la seconda miglior squadra cittadina come vice allenatore della Robursport Pesaro. Davide Mazzanti è subentrato alla guida del Casalmaggiore dopo avervi ricoperto per cinque mesi la carica di direttore tecnico. Rientra in Serie A1 al Robur Tiboni Urbino il 1 gennaio 2014, come vice allenatore.
Lo stato attuale della carriera da giocatore di Santarelli non è chiaro.
Da giocatore speravo, speravo e tentavo di farcela, ma da libero non sono mai uscito dalla Serie B. Ho giocato a Legnago, Terracina, Vicenza e Foligno.
Se abbiamo fatto quel salto, dove abbiamo sbagliato?
Mi preoccupavo troppo, attribuendo troppo significato alle azioni di ciascun individuo. Il mio pensiero non era quello di un giocatore che deve essere sbadato, e soppesare i pro e i contro di ogni palla è stato per me uno svantaggio significativo. Dato che ho un modo di pensare diverso da quello di un atleta, ho deciso che allenare, piuttosto che giocare, fosse la mia vocazione.
Quando avevo 28 anni ho deciso di smettere di giocare e di dedicarmi completamente all’allenatore. L’opportunità di entrare nello staff tecnico della nuova squadra di Serie A1 di Pesaro è stata la svolta nella mia vita, e l’inizio della mia carriera da allenatore.
Durante quella stagione accettai il posto di vice allenatore in A1 ad Urbino e cominciai a lavorare per raggiungere il mio obiettivo finale: diventare capo allenatore. Il momento della svolta è arrivato quando lavoravo come assistente di Davide Mazzanti a Casalmaggiore.
Vorrei dire che le cose sono diventate più facili al lavoro, ma la verità è che la prima grande chiamata che ho ricevuto è stata da un gruppo di donne, quindi è quasi necessario per me continuare su questa strada. Poi Conegliano mi ha dato la fantastica possibilità di diventare allenatore, un’esperienza che è stata formativa e rappresentativa per molti versi la mia vita in questo momento.
I capitoli che abbiamo scritto finora nel libro di cui stiamo discutendo sono cruciali, ma sono solo l’inizio. Questa squadra italiana di pallavolo entrerà insieme a Bergamo e Ravenna negli annali della storia della pallavolo italiana.
L’obiettivo è ricominciare da capo con alcuni dei personaggi principali del romanzo precedente e scrivere un altro ciclo con loro. Considerando quanto sono grandi questi campioni e quanto sia importante seguire i loro consigli quando le cose non vanno bene, io e Paola non abbiamo mai avuto problemi.
È stato un piacere avere Paola qui e sono felice di aver potuto catturare tutta la sua bravura su nastro. Afferma che Egonu ha l’attacco più forte di qualsiasi studente che abbia mai allenato. Quando penso a tutte le persone che ho formato mi vengono subito in mente nomi come Wolosz, Fahr, Folie, De Gennaro e altri.
Avere una donna che sa resistere non è mai un problema. È molto rispettata tra gli altri atleti, è sempre lì per aiutarmi e mi dà buoni consigli quando ne ho bisogno. Non ho mai considerato Monica un peso.
Avevo ancora un anno di contratto quando abbiamo vinto il primo titolo, quindi ero ansioso di dimostrare che meritavo di essere lì. Personalmente è stato un periodo difficile perché mio padre era morto a marzo. C’è stato un cambiamento e ora avevo molta energia. Quando ho capito che non dovevo mostrare il mio valore a nessuno, ho subito sentito un peso tremendo sollevarmi dalle spalle.
Non avevamo alcun tipo di ristrettezza di tempo per battere il record; piuttosto, eravamo motivati a migliorare in modo da poter arrivare primi in tutte le competizioni. È stata una strada difficile, ma quando eravamo a una distanza ravvicinata da quel record, lo sapevoAdesso abbiamo avuto qualcosa di speciale: un ingresso nella tradizione sportiva.
Anche se poteva essere un ostacolo, ho iniziato a vederlo come un premio da conquistare il prima possibile; una volta vinto, la sensazione di libertà era fenomenale. Una stagione con tre trofei, un record mondiale e due sconfitte in finale con un margine complessivo di un gol non ha precedenti, ma la pressione di vincere ad ogni costo ci ha ferito.
Questa è sicuramente una circostanza impegnativa. Sentivamo tutto, volevamo dimostrare la nostra supremazia e ci siamo persi l’esperienza vintage. Abbiamo rinunciato a molto per continuare ad allenarci rimanendo liberi dalle malattie. e abbiamo cercato sollievo dal nostro dolore travolgente conquistando e diffondendo quanto più mondo possibile.
